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Massimo Bossetti urla la sua innocenza: nuova lettera dal carcere inviata a ”Telelombardia”

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Massimo Bossetti continua a urlare la sua innocenza dal carcere, chiedendo la revisione del processo, al termine del quale é stato condannato per l’omicidio di Yara Gambirasio, la giovane ginnasta di Brembate. Stavolta, il muratore di Mapello ha deciso di affidarsi al potere dello scritto, inviando un’accorata lettera a Marco Oliva, conduttore della trasmissione Iceberg, trasmessa da Telelombardia. Bossetti é tornato nuovamente sull’argomento spinoso relativo alle analisi del DNA, non eseguite, a suo dire, correttamente. 

Proprio per questo, Massimo Bossetti, avvalendosi del valido supporto dei suoi legali, ha fatto sì che, in seguito ad un atto di opposizione, venisse indagata Letizia Ruggeri, il PM che si é occupato delle indagini relative al suo caso. Il GIP di Venezia ha chiesto di aprire un’indagine nei confronti della Ruggeri per la presunta non corretta conservazione di 54 campioni di DNA, ritrovati sul corpo della vittima

In poche parole, le provette di DNA, lasciate a temperatura ambiente, si sarebbero deteriorate, non permettendo di ripetere l’esame, come chiesto dai legali di Massimo Bossetti. Com’é potuto accadere ciò? Le provette di DNA sono state trasferite dall’ospedale San Raffaele di Milano, dove erano state collocate alla giusta temperatura di 80 gradi sotto zero, all’ufficio Corpi di reato del Tribunale di Bergamo. Bossetti ha sottolineato come, una volta depositate in un magazzino a temperatura ambiente, le provette siano diventate praticamente inutilizzabili. 

Massimo Bossetti scrive una lettera dal carcere: ”É dal giorno del mio arresto, vergognoso e disumano…”

Massimo Bossetti ha posto l’attenzione proprio sulle provette, determinanti ai fini di un corretto esame del DNA. ”Chi é quel pazzo che chiederebbe insistentemente di poter ripetere l’esame del DNA se fosse coinvolto in un omicidio dove le proprie responsabilità gli si schiaccerebbero addosso come pietre tombali?”, ha tuonato Bossetti nella lettera inviata al conduttore. 

Massimo Bossetti scrive lettera

É dal giorno del mio arresto, vergognoso e disumano, che chiesi con insistenza, durante core e ore di stressanti interrogatori, di poter ripetere questo esame…”, ha proseguito Massimo Bossetti, gridando ancora una volta la sua totale estraneità al caso. A proposito del trasferimento delle provette contenenti il DNA, Massimo ha affermato: ”Mi chiedo perché doverlo asportare da dove era ben custodito, in appositi congelatori, per poi essere trasferito all’ufficio Corpo di reato, adagiandolo sopra uno scaffale, in scatole di cartone, ad una temperatura ambiente, pur nella consapevolezza che tale ufficio fosse sprovvisto di strutture idonee alla corretta conservazione, affinché potesse restare idoneo e garantito per un eventuale accertamento sull’esame, se proprio non si avesse avuto nulla da temere?”. L’interrogativo proposto da Bossetti é ben preciso e ci fa comprendere come il muratore di Mapello sia determinato a lottare per veder riconosciuta la propria innocenza. 

”Nessuno avrebbe dovuto provocare la distruzione dei campioni in sequestro se non c’é un provvedimento emesso da un giudice che lo attesti!”, ha aggiunto Massimo Bossetti, affermando: Tutto questo assurdo atteggiamento lo trovo inappropriato, inopportuno, imperdonabile!”. Il muratore di Mapello vuole utilizzare fino in fondo, con l’ausilio dei suoi legali, le possibilità che l’ordinamento gli concede per ottenere la revisione del processo. Non a caso, nella lettera si legge: ”Mi é stato sempre detto che il materiale in questione era stato tutto consumato nel corso delle varie consulenze e ritenuto pacificamente inesistente! Ora urlo, perché dovermi negare un’evidenza, quando tutti erano ben consapevoli sull’esistenza di questo DNA?”. A questo punto, non resta che attendere i prossimi sviluppi della situazione. 

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