Una giovane donna di Napoli ha aperto il cuore sui social, parlando di come viene trattata in palestra e il suo video ha scatenato un mare di reazioni. Persino Fiorella Mannoia si è fatta sentire.
“In palestra? Solo insulti sul peso, ho detto stop”
A volte non ci sono parole abbastanza forti per descrivere certi comportamenti. Quando qualcuno prende in giro un altro per come appare, spesso usiamo un termine inglese: “body shaming“. Questo fenomeno, che può sembrare un concetto lontano per alcuni, è in realtà un’amara realtà per molti.
Francesca, una ragazza di Napoli, ha condiviso un’esperienza personale che ha rapidamente catturato l’attenzione online. Nel suo video su TikTok, racconta di essere stata oggetto di scherno in una palestra locale per qualche chilo in più. Una semplice sessione di allenamento sul tapis roulant è diventata un’occasione per essere insultata.
“Ero sul tapis roulant in palestra e avevo caldo”, racconta Francesca, “Ho tolto la maglietta e ho subito notato un gruppo di ragazzi, di fronte a me, che mi guardavano e ridevano. Poi gonfiavano le guance, per sottolineare il mio peso”.
Queste parole sono l’eco di una realtà troppo comune, dove i suggerimenti benintenzionati si trasformano in esperienze umilianti.
Francesca ha poi osservato amaramente come le fosse sempre stato consigliato di frequentare la palestra per stare meglio, ma che la realtà incontrata là dentro è tutt’altro che accogliente: “Questa gente mi fa veramente schifo”.
La reazione del web non si è fatta attendere. Sotto il suo video si sono accumulati migliaia di commenti, tra cui spicca quello di Fiorella Mannoia, che non ha usato mezzi termini per esprimere il suo sostegno: **”Mandali affo! sono solo dei poveracci! non dare la soddisfazione a questa gente di m*a!”.
Quell’affermazione così diretta da parte di una figura pubblica ha sicuramente contribuito a dare visibilità al problema e a rafforzare la posizione di Francesca, che ha poi ringraziato su Instagram tutti coloro che le hanno mostrato il loro supporto. La solidarietà, in questo caso, è diventata un faro di speranza e un monito contro la crudeltà gratuita.