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Non è un tablet, uno smartphone o un giocattolo costoso il regalo più bello da fare a vostro figlio. È un viaggio e per tutti questi motivi

Non è un tablet il regalo più bello da fare al proprio figlio e non lo è nemmeno lo smartphone di ultima generazione, non lo sono i giocattoli più costosi.
Non c’è fiaba raccontata ad un bambino che non contenga qualche riferimento avventuroso, qualche partenza, qualche viaggio.

Dal celebre Peter Pan, ammirato sotto ogni latitudine, al nostro più umile Pinocchio che si trova all’improvviso sul carretto di Mangiafuoco prima di conoscere le peripezie nella pancia della balena, tante fiabe parlano ai piccoli della magia del viaggio.

Perché ogni partenza, immaginaria o reale che sia, rappresenta realmente una metafora della vita, di quella parte che più riesce a stimolarne la fantasia e l’immaginazione.

Ecco quindi che promettere un viaggio, magari come premio o ricompensa, al posto di qualche sorpresa più o meno tecnologica, di un giocattolo che in breve tempo va ad impolverarsi insieme a quelli del Natale appena trascorso, significa fare uno dei migliori regali che un bambino possa ricevere.

Facciamo attenzione a non sbagliare concetto:

non stiamo parlando di una vacanza in un resort ” tutto incluso ” dove, oltre alle comodità, un bambino fatica a intravedere il concetto di avventura e di scoperta.

Parliamo invece proprio del viaggio. Di quello che si può tranquillamente affrontare anche in un weekend, alla scoperta di qualche paesino limitrofo, o addirittura in un giorno.
La componente essenziale ed indispensabile è la fantasia, il vivere i preparativi, la partenza intesa come distacco, l’emozione di quello che accadrà.

Ogni bambino potrà sentirsi il celebre Capitano Smith che salpa dall’Inghilterra, anche a bordo di un semplice traghetto della laguna veneziana!
Non c’è bisogno di voli transoceanici per accendere l’emozione di un piccolo.

Oltre alla componente fantasia e novità, un viaggio aiuta i nostri figli anche come formazione di sé, realizzando quel bagaglio di esperienze che si porteranno sempre nei loro ricordi.

Senza dimenticare che, se vissuto con genitori partecipi, aiuta tantissimo a riconquistare quel rapporto e quella condivisione che i ritmi della vita odierna tolgono sempre di più in termini di relazioni tra genitori e figli.

Una piccola gita fuori porta, magari contornata da una sosta in qualche vecchia osteria a gestione familiare, possono insegnare ad un bambino cosa significhi il recupero delle proprie radici, come si è formata la sua famiglia, come vivevano i suoi antenati.

E, insieme a questo, capire differenze, valutare diversi stili di vita, conoscere qualcosa che stimoli il pensiero e la riflessione.

Siamo abituati ormai a definire la felicità e l’esperienza in base al valore economico che si mostra attraverso un regalo, come se la componente prezzo sia la misura capace di regalare un sogno ed un sorriso.

Dimenticando come, a cavallo di una vecchia scopa di segale, si può partire, imitando Henry Potter, alla scoperta di qualche luogo incantato e di qualche mistero irrisolto.

Se poi, si ha la meraviglia di osservare il volto stupefatto che un bambino può esprimere di fronte alla spada nella roccia incastonata tra le colline di Siena, ecco che si comprende come questa esperienza non abbia nulla da invidiare al più costoso arrivo della collezione di qualche mostro elettronico.

Regalare un viaggio significa non parcheggiare per l’ennesima volta il proprio bambino nella dimensione solitaria di qualche videogioco, ma prenderlo per mano e portarlo fuori dalla propria routine e dalla propria quotidianità.
Insegnargli lo stupore, stimolargli la fantasia, condividerne la felicità.

Anche sottoporsi al suo giudizio, come magnificamente insegnatoci dalle scene del film Sole a catinelle, quando la promessa di un papa’ in bolletta si trova a fare i conti con i risultati scolastici del figlio, stimolato a prendere tutti dieci per poi godersi un periodo di vicinanza e scoperte insieme al suo amato genitore.

E, come spesso può accadere durante un viaggio, quando nulla è scontato in partenza, ecco che le sorprese arrivano a salvare quello che, alle prime battute, non sembrava proprio essere ciò che il figlio aveva immaginato.

Perché, partire non significa percorrere tappe scontate ma, semplicemente, affrontare un tragitto che può sempre regalare sorprese emozionanti.

Pubblicato da
Alice Iz

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