La trasmissione televisiva “Piazzapulita” su La7 è stata una serata piuttosto animata. Corrado Formigli, il conduttore, ha avuto un bel da fare nel gestire gli animi accesi dei suoi ospiti. In particolare, i politici Giorgio Mulè e Paolo Romano non hanno risparmiato insulti l’uno verso l’altro, tanto che Formigli è stato costretto a intervenire abbassando i microfoni.
Scontro furioso tra Telese e Dragoni a Piazzapulita
Ma il vero scontro della serata è avvenuto tra i giornalisti Luca Telese e Fabio Dragoni, e l’argomento caldo era il diritto all’aborto. Questo tema è tornato alla ribalta perché la Francia ha recentemente fatto una mossa storica: ha inserito il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza nella sua costituzione. Questo fatto ha suscitato il dibattito: la situazione italiana, con la legge 194 a rischio, è un tema che preoccupa.
Luca Telese si è espresso con forza, dicendo che in Italia si parla erroneamente di un “diritto” all’aborto e ha esclamato con enfasi “… delle str**e!”*. Fabio Dragoni ha ribattuto sottolineando che non si tratta di un diritto in quanto tale, poiché la legge 194 regolamenta la pratica dell’aborto, ma non la eleva a diritto assoluto, richiedendo anche il consenso del medico.
La discussione si è infiammata quando Telese ha risposto, evidenziando una certa incoerenza politica che avrebbe influito sulle recenti elezioni in Sardegna e forse in altre regioni italiane.
Ha ricordato come alcuni esponenti politici, pur affermando di non voler toccare la legge, nella pratica rendono più difficile per le donne l’accesso ai servizi di aborto:
“Dragoni ha detto una bestemmia, perché la donna ha diritto di abortire a patto di essere informata e sostenuta.”
L’accusa di Telese è stata netta, ma Dragoni ha replicato con vigore, sottolineando una contraddizione percepita nella posizione di Telese e accusandolo di essere incoerente rispetto alle sue precedenti opinioni sul diritto di scelta, soprattutto in riferimento alle politiche sanitarie durante la pandemia. Dragoni ha chiuso il suo intervento con un’affermazione forte, lamentando un approccio che a suo parere mina la libertà di scelta.