Ne parlavano ormai da giorni tutti. Con la ripresa importante dei contagi non si discuteva di altro che non fosse il nuovo Dpcm. Questa strana parola che, forse, più della metà degli italiani conoscevano poco sino all’inizio di questo 2020, è diventata non solo conosciuta, ma anche temuta.
Perché con il Dpcm il governo detta le linee per contrastare l’aumento dei contagi, e dopo il lockdown di marzo molte categorie professionali temevano e temono la chiusura.
Il nuovo Dpcm delega le chiusure ai sindaci
Rispetto alle versioni precedenti c’è una novità molto importante. Ed è quella di delegare ai sindaci parte delle decisioni più scomode.
Ovvero, ad esempio, di poter disporre il coprifuoco – termine assente nella primavera scorsa – riguardo aree del proprio territorio.
Un particolare questo, non solo di carattere lessicale, ma soprattutto politico. Segno che il buon avvocato del popolo e il suo fido Rocco Casalino fanno come al tempo del Sinedrio: se ne lavano le mani.
Scuola
I provvedimenti più attesi riguardavano la scuola ed alcune categorie produttive. Nella bozza del Dpcm, che sarà formalmente in vigore da oggi, e sino al 13 novembre, si legge riguardo alla scuola:
“Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione della didattica incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle ore 9. ”
Nella presentazione di Giuseppe Conte non si è sentita una parola riguardo spostamenti degli studenti, treni e bus che, come tutti sanno, sono fonte di possibili contagi.
Università
Le università predispongono, in base all’andamento del quadro epidemiologico, piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari in presenza e a distanza in funzione delle esigenze formative tenendo conto dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale e delle corrispondenti esigenze di sicurezza sanitaria ed, in ogni caso, nel rispetto delle linee guida del ministero dell’università e della ricerca.
(La Repubblica)
Sport
Consentita l’attività sportiva e motoria all’aperto, ma osservando le regole di distanza di sicurezza. Vietati invece gli sporti di contatto a livello amatoriale. Consentita le partite e le gare sportive a livello regionale e nazionale per professionisti e dilettanti.
Palestre e piscine
Se le nuove disposizioni riguardo la scuola saranno in vigore da mercoledì, i gestori di palestre e centri sportivi hanno invece una settimana di tempo per vedere se passano l’esame.
Mentre il Ministro Speranza voleva la chiusura immediata il compromesso è stato raggiunto per l’opposizione di quello dello Sport, il grillino Vincenzo Spadafora.
Palestre e piscine possono continuare l’attività rispettando le norme di sicurezza e garantendo il distanziamento sociale. Non si è capito bene chi e quando farà gli opportuni controlli, salvo anche qui leggere nella bozza del Dpcm l’interessamento di Regioni e Provincie autonome.
Ristoranti e bar
Bar e ristoranti tengono aperto dalle 5 del mattino alle 24. Ma solo chi può garantire un servizio al tavolo e per un massimo di 6 persone per tavolo. Altrimenti stop alle ore 18.
Cinema e teatri
Consentita l’apertura che prevede un numero massimo di 1000 spettatori per spettacoli all’aperto e di 200 spettatori al chiuso.
Sale giochi e scommesse
Sale giochi, sale scommesse e sale bingo saranno aperte dalle ore 8.00 alle ore 21.00.
Parrucchiere e centri estetici
Scampato pericolo per parrucchiere e centri estetici, mentre per gli organizzatori di Fiere saranno possibili solo quelle di carattere internazionale.
Sagre e feste di paese
Stop a sagre e feste di paese, e grande ripresa dello smart working. A beneficiarne soprattutto i dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
Esami di scuola guida sospesi
Le prove pratiche di guida sono momentaneamente sospese.
Sospesi congressi e riunioni nel nuovo Dpcm
Ad eccezione di quelle che possono essere svolte osservando la modalità di distanza. Tutte le cerimonie pubbliche si svolgono nel rispetto dei protocolli e linee guida vigenti e a condizione che sia assicurate specifiche misure idonee a limitare la presenza del pubbliche, ad accezione di quelle di rilevanza nazionale, si svolgono senza la presenza di pubblico; nell’ambito delle pubbliche amministrazioni le riunioni si svolgono in modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni di interesse pubblico; è fortemente raccomandato svolgere anche le riunioni private in modalità a distanza. ( La Repubblica)
Insomma: un vorrei ma non posso, che non può non tenere conto della drammatica situazione economica del Paese, con il rapporto debito pil che ha superato il 160%, e quindi con l’impossibilità di pensare ad un’altra chiusura come quella della primavera scorsa.
In attesa di vedere cosa accadrà nelle prossime settimane.
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This post was last modified on 19 Ottobre 2020 11:19
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