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Omicidio di Giulia Cecchettin, Filippo Turetta potrebbe evitare l’ergastolo: “Ecco perché non rischierebbe la condanna”

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La condanna di Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, ha suscitato un’ampia discussione in Italia, portando alla luce le sfaccettature complesse del sistema giudiziario del nostro Paese, la questione della condanna all’ergastolo per lui è diventata un argomento di grande interesse pubblico.

Filippo Turetta è attualmente detenuto nella prigione di Halle, in attesa di estradizione in Italia, è indagato per omicidio volontario e sequestro di persona nei confronti della sua ex-ragazza, Giulia Cecchettin. La gravità della potenziale sentenza di Turetta potrebbe cambiare man mano che procede l’indagine. Valerio de Gioia, consigliere della Corte d’Appello di Roma, afferma che Turetta potrebbe non ricevere necessariamente l’ergastolo, l’unico fattore aggravante è il fatto che vi fosse una relazione sentimentale tra Turetta e la vittima. (Continua dopo la foto)

“L’unica aggravante che verrà in qualche modo considerata per la pena è quella derivante dal fatto che tra lui, l’autore del reato, e la vittima ci fosse stata in passato una relazione sentimentale. Tutti pensano che questo sia sufficiente per poter dare la pena massima ma non è così.

Se la relazione sentimentale è in corso o se c’è convivenza è possibile dare l’ergastolo. Ma se la relazione è finita la pena va da 24 a 30 anni. Inoltre, con una legge del 2019 si è prevista l’impossibilità di accedere al rito abbreviato, che dà la riduzione di un terzo della pena, solo per i reati punibili astrattamente per l’ergastolo, come nel caso della premeditazione e della crudeltà. Quindi lui può, se rimane questa imputazione, chiedere il rito abbreviato e la riduzione di un terzo della pena. In altre parole, rischierebbe dai 16 ai 20 anni” – ha spiegato de Gioia.

Filippo Turetta, potrebbe evitare la condanna all’ergastolo

Se la relazione fosse terminata, la pena potrebbe variare da 24 a 30 anni, la distinzione basata sullo stato della relazione al momento del crimine ha scatenato un dibattito sulla complessità del sistema giudiziario italiano. L’accesso al rito abbreviato, che comporta una riduzione di un terzo della pena, è negato solo per i reati punibili con l’ergastolo. Pertanto, se le attuali accuse rimangono, Turetta potrebbe richiedere un processo abbreviato e potenzialmente affrontare una pena ridotta di 16 a 20 anni per l’omicidio di Giulia Cecchettin. (Continua dopo la foto)

omicidio di Giulia CecchettinLa possibilità di una condanna dura per Turetta secondo il consigliere della Corte d’Appello di Roma si profilerebbe “se gli contestano la premeditazione perché scoprono che c’è stato un apprezzabile lasso temporale da quando ha deciso di commettere il reato a quando l’ha eseguito. Per esempio guardando le ricerche online che ha fatto o se ha fatto prelievi di denaro insoliti, non solo potrebbe avere astrattamente l’ergastolo ma gli impedirebbe anche di fare il rito abbreviato”.

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La voce “aggravante della crudeltà” sarà stabilita dall’autopsia e dall’analisi della macchina: “Questa aggravante si ha soltanto se questo enorme numero di colpi inferti sul corpo il presunto killer li ha dati che la ragazza era ancora in vita. Se invece lui tutte quelle coltellate gliel’ha date che era già morta non si può contestare la crudeltà. Potrebbero contestargli anche l’occultamento del cadavere. Perché ha gettato il corpo di Giulia in un dirupo sperando che non venisse trovato. Ma la pena per questo tipo di reato è tutto sommato contenuta. Ciò significa che se dovesse essere condannato alla pena per l’omicidio volontario verrà fatto un piccolo aumento”.

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