L’Italia si è risvegliata con un senso di smarrimento profondo: è venuta a mancare Ornella Vanoni, scomparsa nella sua casa milanese all’età di 91 anni. La notizia ha toccato il cuore di milioni di persone, perché la sua voce e la sua presenza hanno accompagnato la vita di intere generazioni, segnando la storia musicale e culturale del nostro Paese. Una figura iconica, che ha saputo attraversare i decenni con grazia, ironia e talento, lasciando ora un vuoto incolmabile. In pochi minuti, il dolore si è trasformato in un fiume di messaggi, ricordi e tributi accorati.
Tra i primi a farsi portavoce di questo sgomento c’è stato Fabio Fazio, che con Ornella aveva costruito un rapporto autentico, fatto di stima e complicità televisiva.
Visibilmente scosso, il conduttore ha scelto poche parole sui social: “Non riesco a dire nulla”. Poi ha aggiunto, con la voce rotta dall’emozione: “Sono sconvolto, non ero pronto. Mi sembra tutto irreale”. Anche Luciana Littizzetto, sua storica collega, ha voluto salutare Vanoni con un pensiero tenero e spontaneo: “Tesora mia adorata”. Simona Ventura ha sottolineato che “La tua musica vivrà per sempre nei nostri cuori”. Dal team di Che tempo che fa, trasmissione in cui era diventata presenza familiare, è arrivato un messaggio semplice e diretto: “Grazie Ornella, ciò che ci hai donato resterà con noi per sempre”.
Il 2 novembre, Ornella Vanoni era tornata nello studio di Fazio per quella che sarebbe stata una delle sue ultime apparizioni sul piccolo schermo. Con il suo solito stile elegante e un tocco di ironia, indossava un abito grigio chiaro e una delicata corona floreale tra i capelli. “Sei splendida oggi”, le aveva detto Fazio. Lei aveva sorriso appena e risposto con sincerità: “Così sembra. In realtà sto molto male. Fingo, recito una parte”.
Quelle parole, pronunciate con la sua classica disarmante onestà, sembrano oggi un congedo velato. Aveva poi aggiunto, con una battuta dal retrogusto malinconico: “Ma perché devo sempre far ridere? Nella mia vita ho fatto anche cose serie”. Un momento che racchiude la profondità, l’ironia e la fragilità che la rendevano unica.
Il mondo politico e culturale ha reagito all’unisono. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha parlato di “una voce irripetibile”, mentre il ministro della Cultura Alessandro Giuli l’ha definita “un’artista raffinata e originale”. Matteo Salvini l’ha ricordata come “una parte importante della storia musicale del nostro Paese”.
I messaggi più intensi, però, sono arrivati dal mondo della musica. Renato Zero, legato a lei da un’amicizia profonda, l’ha descritta come “un’anima senza maschere, libera, intensa”. Ha scritto di loro come “due spiriti affini, nati per incontrarsi”. Fiorella Mannoia, visibilmente commossa, ha confessato: “Non riesco a trovare le parole giuste. Lei detestava la banalità, e oggi sento solo un dolore immenso”. Vasco Rossi l’ha salutata ringraziandola per la sua voce e il suo spirito ironico. Laura Pausini ha dichiarato che Vanoni era la sua cantante preferita, “una e sola”. Loredana Bertè l’ha definita “colta, intelligente, autoironica. Un’artista senza fine”. E Patty Pravo ha usato il nomignolo affettuoso con cui la chiamava, “Ornellik”, per dirle addio.
I tributi social del programma Che Tempo Che Fa hanno espresso tutto l’affetto della redazione: “La tua leggerezza e profondità hanno illuminato ogni domenica. Grazie Ornella, per ogni attimo vissuto insieme”. Le parole e le immagini condivise raccontano non solo il dolore per la perdita, ma anche la gratitudine per ciò che Ornella Vanoni ha rappresentato per l’arte e per la vita.
Perché Vanoni non era solo una straordinaria interprete musicale, ma anche un simbolo di libertà, intelligenza e verità. Ha saputo fare della sua imperfezione una forza, della sua fragilità una poesia.
La musica italiana perde una delle sue anime più profonde. Ma ciò che rimane è molto più di un ricordo: è un’eredità che continuerà a vivere. Il titolo di una delle sue canzoni più amate, Senza fine, sembra oggi il modo più giusto per salutarla. Perché Ornella Vanoni è stata, e resterà, una storia che non conosce conclusione.
This post was last modified on 22 Novembre 2025 12:00
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