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Otto e Mezzo. Michela Murgia nella bufera, l’intervento sui rave party non piace agli italiani: “Droga ed alcol non sono un reato”

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Michela Murgia ospite di Lilli Gruber come opinionista della sua trasmissione Otto e Mezzo, in onda su La7, ha detto la sua sul decreto del Governo Meloni, con cui si vietano i rave. La scrittrice e critica letteraria era già intervenuta sulla vicenda rilasciando le sue dichiarazioni sulle colonne di Libero, che ha riportato la dura posizione della Murgia, la quale ha sentenziato: “Droga ed alcol non sono un reato, a questo punto anche un addio al celibato rischia di diventare un crimine”.

La scrittrice evocando quanto avvenuto recentemente a Modena, dove sono intervenuti gli agenti per liberare l’area scelta per organizzare un rave ha espresso un giudizio perentorio, sentenziando che “droga ed alcol non sono un reato”.

La scrittrice è tornata in seguito ad affrontare la discussione nel corso del suo intervento nel talk di Lilli Gruber: la giornalista ha incalzato l’ospite intervenuta nella sua trasmissione Otto e Mezzo chiedendole di commentare il recente provvedimento promosso dal Governo Meloni.

Michela Murgia si schiera contro il Governo dopo la stretta del Viminale sui rave party

In merito a quanto stabilito dal decreto anti rave party, firmato dal ministro Matteo Piantedosi, la scrittrice ha detto: “Si tratta di un intervento da stato di polizia, lo dicono i giuristi. Per me è l’idea di dare un segnale di stop alla tolleranza. […] Lì non si stavano commettendo reati, io vorrei ricordare che in questo paese assumere stupefacenti non è un reato e neppure ubriacarsi fino a sfasciarsi. Questa è una legge assurda”.

Michela Murgia sui rave

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Secondo il punto di vista di Michela Murgia non bisogna demonizzare a priori i rave considerandoli un “luogo di perdizione” dove si viola la legge a prescindere, e dove il pericolo serpeggia sempre e comunque, ecco il motivo della sua contestazione contro la normativa del Governo Meloni.

La scrittrice si è così accodata alle celebrità, le quali hanno contestato la stretta del Viminale, sostenendo che l’esecutivo abbia sbagliato scegliendo di usare il pugno duro, come sottolineato dalla conclusione della sua argomentazione raccolta dai microfoni del programma de La7: “A questo punto anche un addio al celibato rischia di diventare un reato”.

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