Psicologia

Piangere non è sinonimo di fragilità ma di straordinaria potenza

Piangere non è affatto sinonimo di fragilità ed è arrivato il momento che tutte le persone sensibili lo capiscano. Tutte le emozioni non sono le stesse né trovano lo stesso grado di accettazione nella nostra società. La tristezza, per esempio, è catalogata come un’emozione negativa, un’emozione che deve essere nascosta e di cui dovremmo persino vergognarci.

Le espressioni di tristezza, le spalle cadenti, gli occhi tristi e il pianto, sono considerati segni di debolezza e insicurezza. Una società che chiede sempre di essere felici e allegri, disposti a “mordere” il mondo, è semplicemente grossolanamente ingiusta. Perché non lavoriamo in questo modo, spesso ci rattristiamo.

Non dimenticare: piangere non è sinonimo di fragilità

Stigmatizzare la tristezza serve solo a farci sentire peggio, così pensiamo di non essere abbastanza forti per gestire i problemi. Perché le persone che piangono sono invece più equilibrate dal punto di vista emotivo?

1- Non reprimere le tue emozioni: non c’è motivo di nascondere la tristezza

Solo le persone sicure con una grande Intelligenza Emozionale sono in grado di riconoscere le loro emozioni ed esprimerle, anche se sono considerate “negative”. Ci vuole molto coraggio per nuotare contro la corrente ed esprimere chi sei veramente o come ti senti in questo momento.

Infatti, il filosofo Seneca affermava che “non c’è motivo di piangere più grande del non poter piangere“.

Mantenere la mente fredda e reprimere le emozioni, ha un costo enorme non solo per la nostra salute psicologica e fisica.

Numerosi studi hanno collegato la repressione emotiva a un maggior rischio di sviluppare malattie come l’asma, l’ipertensione e le patologie cardiache.

2- Prendi le lacrime per cambiare prospettiva:

Le lacrime non sono solo l’acqua con cui puliamo l’anima, ma schiariamo gli occhi, per permetterci di vedere la situazione da un’altra prospettiva.

Le lacrime ci rafforzano e ci permettono di crescere.
Come disse una volta la poetessa uruguaiana Sara de Ibáñez: “Piangerò senza fretta. Piangerò fino a quando non dimenticherò il pianto e sorriderò “.

In effetti, il 70% delle persone pensa che il pianto sia confortante. E quel pianto ci permette di vedere la situazione da una prospettiva più positiva.

Quando abbiamo finito di piangere, la nostra mente è più chiara e in pochi minuti saremo in grado di analizzare la situazione da un’altra prospettiva. Questo perché le nostre emozioni sono equilibrate e la nostra mente razionale è pronta ad agire.

3- Il pianto è terapeutico:

Il pianto stimola il rilascio di endorfine nel nostro cervello, che ci aiuta ad alleviare il dolore e anche a favorire uno stato di rilassamento e pace?

Ecco perché dopo aver pianto, ci sentiamo molto meglio e rilassati. Infatti, si è stabilito che non è conveniente trattenere il pianto, ma lasciarlo fluire, perché il primo stadio ha solo un effetto attivante, ma la seconda fase ha un effetto calmante che riduce la frequenza cardiaca e la frequenza respiratoria, fornendo uno stato di rilassamento.

A volte il pianto è più utile delle risate.

Uno studio dell’Università della Florida ha scoperto che il pianto è profondamente terapeutico, specialmente quando si unisce a un “rimedio relazionale”, cioè quando le altre persone si avvicinano e ci danno conforto.

Si sono anche resi conto che il triste grido, quello che è destinato a creare nuovi legami dopo una perdita, ha un potere catartico.

4- Non sottomettersi alle aspettative sociali:

Le persone che non hanno paura di piangere si sentono molto più libere, sono in grado di esprimersi senza essere affrettati dalle convenzioni sociali.

Queste persone non hanno paura di deludere gli altri o di mostrare la loro presunta “debolezza” perché sanno che in realtà il pianto non implica nulla di ciò.

Le persone che piangono sono più sincere e non vogliono mascherarsi per le aspettative sociali. Questa consapevolezza li porta ad essere più liberi e condurre una vita secondo le proprie regole.

Queste persone sono veri “attivisti” che stanno lottando per una società più sana dove le persone non sono costrette a nascondere i loro sentimenti.

5- Connettersi emotivamente attraverso le lacrime:

Il pianto è una delle espressioni più intime dei nostri sentimenti. Quando piangiamo di fronte a qualcuno, è come se stessimo spogliando la nostra anima.

Per questo motivo, le lacrime aiutano a creare una connessione molto speciale, è come se ci connettessimo direttamente attraverso il nostro io più profondo.

Quando un’altra persona “accetta” questa tristezza, senza cercare di scappare da essa o di brindare con false parole di incoraggiamento, semplicemente ci sostiene e sta dalla nostra parte, creando una connessione unica.

Infatti, una delle funzioni delle lacrime è proprio quella di chiedere aiuto, anche indirettamente, mostrando la nostra impotenza, in modo che altri possano avvicinarsi e confortarci.

Pertanto, il pianto e la tristezza non dovrebbero essere percepiti come un segno di debolezza, ma come un segno di forza interiore e consapevolezza. Non piangiamo perché siamo deboli o incapaci, ma perché siamo vivi e non ci vergogniamo di esprimere ciò che sentiamo.

Ricordiamo che il confronto della ricerca non esprime alcun tipo di ideologia o apologia a tale soggetto di responsabilità del sito, stiamo solo riproducendo una conoscenza scientifica.

This post was last modified on 25 Aprile 2019 19:07

Pubblicato da
Alice Iz

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