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La rabbia del Professor Massimo Galli: ”Il test deve essere gratuito”

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“Scusatemi, ma mi è scappato un momento di indignazione”.
Così, il Professor Massimo Galli ha concluso la sua intervista ad Agorà, parlando del delicato tema dei test.

Il primario dell’ospedale Sacco di Milano, riferendosi alla fase 2, ha definito una debacle la scelta della sanità italiana di istituire a pagamento i test.

Il Professor Massimo Galli, da medico e ricercatore, non solo mostra cautela sulle recenti dichiarazioni di medici e virologo, ma non esita ad esprimere il suo disappunto su una questione ben più importante.

La rabbia del Professor Massimo Galli

“È inconcepibile che il pubblico non sia in grado di dare questo genere di risposta ai cittadini. E che gli dica che deve andarsi a pagare il test. Come se questa fosse una scelta voluttuaria, e fare a sue spese il tampone… ma per favore! “

 

La rabbia del Professor Massimo Galli
Professor Massimo Galli, primario di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano

“Il test, ha proseguito il Professor Galli, è molto più importante del distanziamento al ristorante”. 

Sulla materia test le Regioni italiane, cui è demandata l’organizzazione della sanità all’interno del loro territorio, sono andate, e vanno, in ordine sparso.

Certamente, e non per dare voti in pagella, la scelta che ha fatto il Veneto, da subito, di cercare il virus anche tra gli asintomatici, si è rivelata quella più efficace.

Attualmente il test sierologico, quello che dice se una persona è venuta a contatto con il virus ed ha sviluppato gli anticorpi, i famosi IgM e IgG, è prescritto solo ad alcune categorie di persone.

Proprio su quest’opera di prevenzione insiste il Professor Galli. Convinto oltretutto che la pericolosità del virus non sia scemata, come in tanti invece sostengono.

“Continuo a ritenere che si debba lavorare alla fonte, cioè all’identificazione di quelli che ancora hanno l’infezione addosso”, rimarca il professore lombardo.

Se è vero, come da sempre sostiene il Professor Galli che i positivi sono circa dieci volte maggiori di quelli effettivamente trovati, la riapertura potrebbe costarci cara.

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