Roberto Vecchioni scoppia in lacrime in diretta a 'In altre parole': "Non doveva succedere"
Roberto Vecchioni, famoso cantante e professore, non ha potuto nascondere le sue emozioni durante una trasmissione televisiva. Parlando degli incidenti avvenuti a Pisa, dove gli studenti che manifestavano hanno ricevuto un trattamento ritenuto eccessivo da molti, Vecchioni ha palesato il suo disappunto. Le sue parole, “Non sono cose da vedere – sono cose che non possono succedere. Noi non siamo così”, risuonano come un appello alla riflessione e al rispetto dei giovani.
Vecchioni è noto per il suo impegno verso le questioni giovanili e per la sua sensibilità, come dimostrato quando ha vinto il festival di Sanremo nel 2011 con la canzone “Chiamami ancora amore“, che celebra la bellezza e la purezza della gioventù e dei suoi ideali. La sua emozione durante la trasmissione “In altre parole” riflette il suo legame profondo con questi temi.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espressamente contattato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per esprimere la sua preoccupazione sull’uso della forza, dicendo che “I manganelli con i ragazzi sono un fallimento” e sottolineando che la forza pubblica dovrebbe garantire sicurezza e libertà di espressione senza ricorrere a metodi violenti.
In risposta, Piantedosi ha assicurato che saranno valutati gli eventi e ha ribadito l’importanza di manifestazioni pacifiche. Le regole per il mantenimento dell’ordine pubblico rimangono invariate, e c’è la speranza condivisa che le proteste si svolgano senza incidenti.
Gli studenti, intanto, non rimangono in silenzio. A Venezia, hanno esposto uno striscione per denunciare l’uso eccessivo della forza, chiedendo la fine delle manganellate e della repressione. Marco Nimis, voce degli studenti veneti, e Marco Dario di Udu Venezia, hanno chiarito la loro posizione: l’azione dura contro gli studenti pacifici non è accettabile e dimostra la forza dello Stato solo contro i più deboli.
Questi eventi hanno scatenato un dibattito nazionale sull’autorità e l’uso della forza, e su come dovrebbe essere gestito il diritto di manifestare. Il coinvolgimento di figure pubbliche come Vecchioni e Mattarella mostra quanto il tema sia sentito e importante per la società italiana.
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