Matteo Salvini è finito nuovamente al centro delle polemiche dopo una recente apparizione sul canale israeliano i24 News. Durante l’intervista, il leader della Lega ha espresso un sostegno netto alle operazioni dell’Idf a Gaza, ribadendo il diritto di Israele a difendersi da Hamas e auspicando un futuro di sicurezza per lo Stato ebraico.
Tuttavia, mentre da Gaza continuano ad arrivare immagini di devastazione che molti osservatori internazionali non esitano a definire genocidio, la premier Giorgia Meloni, nello stesso giorno da un palco ad Ancona, ha condannato apertamente l’azione militare israeliana, giudicandola eccessiva e non sostenibile da parte dell’Italia.
L’intervista si è aperta con una domanda della conduttrice sulle proteste pro-palestinesi in corso durante la messa in onda. Salvini ha risposto senza mezzi termini, criticando aspramente chi manifesta: “Siamo in un momento difficile. Molti di coloro che protestano bloccando strade e lezioni non sanno nemmeno per cosa lo fanno. Il terrorismo islamico è oggi il pericolo numero uno nel mondo”.
Un’affermazione pesante, che arriva mentre in tutto il continente si moltiplicano le manifestazioni per chiedere la fine delle violenze, l’apertura di vie umanitarie e misure contro il governo israeliano, già nel mirino della Corte Penale Internazionale.
Quando la giornalista gli ha chiesto conto dei bombardamenti su Gaza, Salvini ha provato a smarcarsi, chiarendo di parlare “a titolo personale, come segretario della Lega e componente dell’esecutivo”, sottolineando così di non rappresentare l’intero governo italiano.
Un passaggio non secondario, visto che altri ministri, come Tajani e Crosetto, hanno espresso riserve sull’azione militare israeliana, allineandosi alle posizioni più caute dei governi occidentali. Ma per Salvini, sostenere Israele equivale a difendere “libertà e democrazia” e quindi “Israele ha ogni diritto di proteggere il proprio futuro”.
Interrogato su come Israele possa ancora considerare l’Italia un Paese amico, Salvini ha risposto con fermezza: “Siamo uno dei pochi Stati che non si è piegato alla moda anti-israeliana e anti-ebraica. Speriamo che il conflitto si concluda presto, ma in momenti difficili si vede chi sono i veri amici”.
A proposito dell’indagine ONU che accusa Netanyahu di crimini di guerra, Salvini ha ridimensionato la questione, liquidando l’organizzazione internazionale e alcune istituzioni europee come “schierate per principio contro Israele” e, a suo dire, complici di un antisemitismo crescente.
La conduttrice ha citato anche le parole della presidente del Consiglio sul riconoscimento dello Stato palestinese. Salvini ha bocciato categoricamente l’idea: “Farlo ora, con Hamas ancora operativo dopo le atrocità commesse, sarebbe un errore gravissimo. Eliminare Hamas è nell’interesse sia degli israeliani sia dei palestinesi”.
Sul fronte internazionale, Salvini ha mantenuto un approccio generico e prudente, sottolineando la complessità dei conflitti in corso, ma ribadendo che l’Italia “non ha interesse né a fare la guerra alla Russia né a ignorare la minaccia rappresentata dai terroristi islamici”.
Il discorso si è poi spostato su un’accusa alla sinistra, colpevole secondo Salvini di confondere la religione ebraica con le scelte del governo Netanyahu. Ha infine ricordato con orgoglio il premio Italia-Israele ricevuto a luglio, sostenendo che ora “non è tempo di paura, ma di prendere posizione”.
Una conclusione che delinea con chiarezza la linea del vicepremier: rafforzare l’asse con Israele, proprio mentre l’opinione pubblica mondiale condanna con sempre maggiore forza l’offensiva militare su Gaza.
La messa in onda dell’intervista ha subito scatenato una pioggia di critiche sui social, in particolare su X, dove tantissimi utenti hanno reagito con durezza alle affermazioni di Salvini. Tra accuse di essere complice di crimini contro l’umanità, insulti e commenti al vetriolo, è emersa una netta polarizzazione.
“Ogni volta che pensi abbia toccato il fondo, riesce a sorprendere”, ha scritto un utente. E ancora: “Incredibile come si possano sostenere simili posizioni davanti alle evidenze dell’ONU”, “Complice di una tragedia epocale”, “Imbarazzante che sieda ancora in un ministero”.
Una valanga di reazioni che dimostra quanto la figura del leader leghista resti divisiva e al centro di un acceso confronto pubblico, tanto sul piano politico quanto su quello morale.
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