Il prodigio tanto atteso si è ripetuto anche quest’anno: il sangue di San Gennaro si è finalmente sciolto alle 17:40, scatenando applausi e commozione tra i fedeli presenti nel Duomo di Napoli.
La giornata, però, non era iniziata nel migliore dei modi: al mattino, alle 10:03, il miracolo non si era verificato, lasciando molti in ansia. Questa mancata liquefazione, considerata un presagio nefasto, aveva alimentato paure e dubbi. Tuttavia, nel pomeriggio, il prodigio si è compiuto, regalando un grande sollievo alla città.
Il mancato scioglimento del mattino aveva riportato alla mente degli anziani episodi drammatici del passato. Non sono poche le volte in cui il mancato miracolo è stato associato a eventi tragici, come l’inizio della Seconda Guerra Mondiale nel 1939, l’ondata di colera del 1973 o il devastante terremoto dell’Irpinia nel 1980. Anche recentemente, la pandemia di Covid-19 aveva riacceso questi timori. Per questo, il ritardo di oggi ha tenuto i fedeli con il fiato sospeso fino all’annuncio del miracolo da parte dell’abate, monsignor Vincenzo De Gregorio.
Al momento della conferma, il Duomo si è trasformato in un luogo di festa: applausi, lacrime di gioia e preghiere si sono levati tra la folla presente. «È sempre una grande emozione», ha dichiarato uno dei fedeli, sintetizzando il sentimento collettivo.
L’intensità del momento ha avuto anche qualche conseguenza inaspettata. Tra i presenti, un’anziana donna, una delle cosiddette “parenti del Santo” – le devote che pregano e cantano incessantemente per la liquefazione – è stata colta da un malore pochi minuti dopo l’annuncio. «Aiuto! Aiuto!», hanno gridato alcuni, mentre la signora veniva soccorsa e portata via dalla Cappella del Tesoro. La scena ha aggiunto ulteriore pathos a una giornata già carica di emozioni.
Il miracolo di oggi ha anche un profondo valore storico. Il 16 dicembre è il giorno in cui, nel 1631, si narra che San Gennaro abbia fermato la lava del Vesuvio, risparmiando Napoli dalla distruzione. Questa ricorrenza rende il prodigio ancora più significativo per i napoletani, che vedono in esso un segno di protezione e intercessione.
Le fedelissime del Santo, come ogni anno, hanno trascorso ore pregando e cantando. «San Gennaro non ci abbandona mai», ha detto una di loro, riassumendo il forte legame tra il patrono e la città. Anche quest’anno, il miracolo è stato un momento di unità e speranza per tutta la comunità.
Napoli torna a respirare, fiduciosa che il Santo continuerà a vegliare sulla sua gente. Il sangue si è sciolto, e con esso anche le paure.
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