Sanremo 2025 non delude mai quando si tratta di colpi di scena. Roberto Benigni è tornato sul palco dell’Ariston, con il suo solito mix di ironia, satira e battute pungenti. Ma questa volta qualcosa non è andato come previsto: il suo intervento, inizialmente annunciato di 20 minuti, è stato ridotto a 10 minuti.
Censura? Un cambio di programma dell’ultimo minuto? Di certo, l’intervento del premio Oscar non è passato inosservato, soprattutto per le sue frecciatine rivolte al centrodestra e alla premier Giorgia Meloni.
Come da tradizione, Benigni ha aperto il suo monologo con battute leggere, per poi virare su argomenti più politici. Dopo aver scherzato sulla rapidità con cui Carlo Conti conduce il Festival e aver citato Marcella Bella con il provocatorio “Bella, ciao!”, ha lanciato una frecciatina ben più esplicita sulla premier.
“Siamo in mondovisione, anzi forse di più, siamo in galassia visione”, ha esordito Benigni, prima di sganciare la bomba: “Sai chi ci sta guardando in questo momento? Elon Musk. Ha già votato per il vincitore del Festival: Giorgia. C’è quest’anno, ci sarà l’anno prossimo, e pure quello dopo. Insomma, ci sarà per diversi anni! Mettiamoci l’anima in pace.”
Il riferimento era davvero alla cantante Giorgia? Improbabile. Il messaggio era chiaro e il pubblico ha colto immediatamente il doppio senso. Benigni ha ironizzato sulla longevità politica della Meloni, giocando sull’ambiguità del nome.
Ma Benigni non si è fermato qui. Ha poi insistito sul rapporto tra la premier e il miliardario statunitense Elon Musk, citando la loro amicizia e le recenti apparizioni pubbliche insieme:
“Ma l’hai visto quando è venuto in Italia? Sempre insieme! Poi è andato in America e chi gli ha consegnato il premio? Musk! Sono innamorati!”
E ancora, con una battuta dal sapore di gossip: “Oggi è San Valentino, Giorgia non è da nessuna parte? È con lui su un satellite a Venezia! Quelli sono capaci di sposarsi e fare il viaggio di nozze su Marte!”
A questo punto la platea si è divisa tra risate e mormorii. Un urlo si è alzato dalla sala proprio mentre Carlo Conti cercava di smorzare la tensione: “Non parliamo più di politica, parliamo di musica.” La reazione di Benigni? Un sorrisetto ironico e un’ultima frecciata: “Trump segue Sanremo tutte le sere da Mar-a-Lago, con Musk! Vuole rifarlo grande: ‘Make Sanremo Great Again’!”
E qui arriva il mistero. Il monologo doveva durare il doppio, ma dopo dieci minuti Benigni ha ringraziato il pubblico e si è congedato. Censura o decisione personale? Alcuni ipotizzano che le battute politiche siano state ritenute troppo scomode, altri parlano semplicemente di esigenze di scaletta.
L’unica certezza è che, ancora una volta, Benigni ha lasciato il segno, tra risate, polemiche e un retrogusto di provocazione che non passa mai di moda.
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