Domenica 10 novembre, Walter Zenga e suo figlio Andrea sono stati ospiti di Silvia Toffanin a Verissimo, dove hanno condiviso riflessioni e vissuto momenti di confronto. A unirsi a loro più tardi, anche Rosalinda Cannavò, fidanzata di Andrea. Nonostante il loro passato difficile, il rapporto tra padre e figlio sembra migliorato, sebbene permangano alcune sfumature di tensione, percepite sia dalla conduttrice che dai telespettatori, come testimoniato da diversi commenti sul web: “Sminuisce tutto” e “È odioso” sono solo alcune delle frasi apparse sui social.
Il botta e risposta con Toffanin
L’intervista si è svolta per lo più serenamente, ma non sono mancati i momenti di contrasto, come quando Toffanin ha chiesto: “C’è la distanza fisica ma anche quella dell’anima. Ora solo la prima, giusto Andrea?”. Andrea ha risposto: “Sì, per come la interpreto io adesso sì. Prima ero più orgoglioso, non riuscivo a concepire come si potesse essere genitore ma non nella totalità com’è stata mia madre, con cui vivevo”.
Zenga ha poi replicato, quasi con un tono difensivo: “È chiaro che la madre è sempre più presente, no? Questa è una cosa evidente”. La conduttrice ha quindi risposto: “Beh, nella vostra storia sì”. Al che Zenga ha aggiunto: “Ma in tutte le storie, più o meno, la madre è sempre più presente”, trovando però in Toffanin un’opinione diversa: “Dipende”.
Un ulteriore confronto
Un altro momento di confronto si è verificato quando Zenga ha affermato: “Tu prima hai parlato di lontananza fisica e dell’animo. No. Io quella dell’animo non l’ho mai sentita”. Andrea, con rispetto, ha comunque parlato della vulnerabilità che ha percepito, mentre Toffanin ha sottolineato: “È proprio un bravissimo ragazzo. Potrebbe essere arrabbiato, e invece ti vuole un bene dell’anima”. Zenga ha risposto: “Che tu in questa situazione tendi dalla sua parte è evidente. Poi che tu dica che lui è bravo mi fa piacere, ma non è che io sono cattivo”. Toffanin ha replicato, cercando di bilanciare la conversazione: “No, no. Io tengo a voi due insieme, però dico che è un bravo ragazzo perché nel suo discorso non c’è un briciolo di rancore, ma solo amore”. “Logico, dev’essere così”, ha ribadito Zenga.
“Chiamatemi Walter, non nonno o suocero”
Verso la fine dell’intervista, Zenga ha espresso il desiderio di essere chiamato semplicemente “Walter”, evitando appellativi come “nonno” o “suocero”. Infine, quando Toffanin gli ha fatto notare il suo apprezzamento per Rosalinda, Zenga ha precisato: “Non è che mi piace… è che…”. Toffanin, sorridendo, ha esclamato: “Ma tu metti sempre i puntini sulle i, che pignolo mamma mia. Aiuto… aiutatemi!”, accogliendo poi Rosalinda in studio.
Questo incontro, seppur segnato da qualche divergenza, ha messo in luce il desiderio di un miglioramento nelle dinamiche familiari, lasciando intravedere un’evoluzione positiva nel rapporto tra Zenga e suo figlio.
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