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Scoperta una “mummia” di dinosauro con un inaspettato stato di conservazione: l’esemplare con più di 110 milioni di anni ha intatte pelle e pancia

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Gli scienziati lo hanno definito l’esemplare di dinosauro meglio conservato mai scoperto, le cui ossa non sono visibili in quanto rimaste coperte da pelle ed armatura intatta, per questo si parla di “mummia” di dinosauro.

Una scoperta sorprendente quella relativa al Nodosaurus che è stata presentata nella mostra di dinosauri al Royal Tyrrell Paleontology Museum ad Alberta in Canada.

Questo Nodosaurus fossilizzato ha più di 110 milioni di anni, ma sorprendentemente conserva sul suo corpo la pelle.

Il ritrovamento della mummia è avvenuto accidentalmente da parte di alcuni minatori in Canada.

L’esemplare è stato trovato da un addetto all’escavatore che ha fatto la scoperta mentre stava scavando in una miniera di sabbia.

Da quanto annunciato dal comunicato stampa del museo, dopo circa 7.000 ore di meticolosa ricostruzione il nodosauro è stato ricomposto per la presentazione al pubblico.

Secondo gli esperti del museo canadese il dinosauro è così ben conservato che invece di un fossile si può parlare propriamente di “mummia di dinosauro”.

La sorprendente scoperta della mummia di dinosauro

La sorprendente scoperta della mummia di dinosauro in perfetto stato di conservazione

I ricercatori che hanno esaminato l’esemplare ritrovato, sono rimasti colpiti dal suo buono stato di conservazione che non ha quasi precedenti: la pelle, l’armatura e persino alcune delle viscere del dinosauro sono intatte.

Una scoperta eccezionale mai registrata prima, visto che sino ad oggi si sono rinvenuti solo scheletri di Nodosaurus, invece questa mummia è una novità assoluta.

Si tratta di un membro di una specie appena scoperta chiamata nodosauro: un enorme erbivoro a quattro zampe protetto da armature appuntite e rivestite.

Impressionante il suo peso che si stima di circa 1.300 chili (il nodosauro mummificato pesa ancora oggi 1 tonnellata).

Gli esperti si interrogano su un misterioso punto: come si è potuta conservare così bene ed a lungo la mummia del dinosauro.

La tesi prevalente, suggerita dai ricercatori, ipotizza che il nodosauro potrebbe essere stato spazzato via da un fiume straripato e poi finito in mare, per poi affondare sul fondo dell’oceano.

Nel corso di milioni di anni, i minerali si sono fissati sull’armatura e sulla pelle della carcassa del dinosauro favorendone la preservazione del suo aspetto.

I ricercatori hanno chiamato il nodosauro Borealopelta markmitchelli per rendere omaggio al tecnico del Royal Tyrrell Museum, Mark Mitchell, che ha trascorso più di 7.000 ore a scavare il fossile dentro la sua tomba rocciosa.

“La Gioconda dei dinosauri”

Il buon livello di conservazione della mummia di dinosauro ha permesso di avere un esemplare realistico, di cui si è recuperato il colore della pelle usando tecniche di spettrometria di massa, per rilevare i pigmenti naturali.

I ricercatori così hanno individuato la colorazione tipica della famiglia del Nodosaurus: un marrone rossastro scuro sulla parte superiore del corpo, che diventava più chiara nella parte inferiore.

Dal momento che il dinosauro era un erbivoro, il suo colore della pelle deve aver giocato un ruolo importante nella protezione contro gli enormi carnivori presenti all’epoca.

Poiché si è al cospetto di un dinosauro massiccio e corazzato ciò dimostra quanto siano stati pericolosi questi predatori.

Questa mummia di dinosauro ha sorpreso non solo per la conservazione della pelle, dell’armatura e delle viscere ma anche perché si è conservata in tre dimensioni, ovvero con la forma originale dell’animale che si è mantenuta intatta.

Secondo un ricercatore si tratta di una scoperta epocale come sottolineano le sue parole:

“Entra nella storia della scienza come uno degli esemplari di dinosauro più belli e meglio conservati: la Gioconda dei dinosauri”.

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