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Scoperto un anticorpo monoclonale che blocca il Coronavirus nelle cellule

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Uno studio dei ricercatori dell’università di Utrecht, in Olanda, sotto la guida di Berend-Jan Bosch, ha scoperto un nuovo anticorpo monoclonale che blocca il Coronavirus nelle cellule. Attaccando la sua proteina S.

Lo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications spiega l’azione dell’anticorpo ribattezzato 47D11, ricavato da anticorpi chimera. Ossia prodotti da cellule umane e cellule di ratti.

La speranza dei ricercatori è quella che l’anticorpo monoclonale scoperto potrebbe aiutare a formulare nuove terapie in futuro.

La capacità dell’anticorpo di neutralizzare i Coronavirus si attiva prendendo come bersaglio la proteina S, presente sulla loro superficie.

La proteina S è formata da due sotto-proteine. S1 che aiuta il virus ad attaccarsi. S2 che lo fa fondere con la membrana cellulare dell’organismo ospite.

Il fatto di aver scoperto un anticorpo monoclonale che blocca il Coronavirus nelle cellule parte dal presupposto che le proteine S, del Covid-19 e della Sars, sono identiche al 75%. Inoltre hanno una struttura molto simile.

I ricercatori hanno scoperto l’anticorpo monoclonale per bloccare il Coronavirus, producendo 51 colture di cellule, ricavate da topi. A cui si sono aggiunte le cellule umane, per generare vari anticorpi chimera.

Così è emerso che il 47D11 è capace di inibire sia la proteina S del Covid-19 sia quella della Sars. Dopo aver modificato l’anticorpo chimera si è prodotta una versione umana.

anticorpo che blocca il coronavirus

Scoperto un anticorpo monoclonale che blocca il Coronavirus

Solo grazie ad ulteriori studi si potrà comprendere il preciso meccanismo d’azione del nuovo anticorpo monoclonale scoperto, che inibisce il virus.

È comunque significativo che in una sola settimana, il gruppo coordinato da Volker Thiel e Joerg Jores sia riuscito a sviluppare una versione sintetica del nuovo Coronavirus.

Un tassello importante per dare una risposta rapida ai virus emergenti. Che consente anche di differenziare le possibili varianti del virus.

Per clonare il virus nelle cellule di lievito si è usato come modello le prime sequenze genetiche di SarsCoV2 e quella ottenuta dal Coronavirus isolato in un paziente.

Le sequenze genetiche si sono clonate e ricomposte. Per ricavare dei cloni in grado di generare un genoma sintetico Sars Cov 2. Che è simile al campione prelevato dal paziente.

La genesi del virus sintetico con un approccio veloce è decisivo. Infatti consente di mettere a disposizione virus infettivi senza accedere ai campioni clinici.

Ora si deve verificare l’efficacia, dopo aver scoperto l’anticorpo monoclonale che blocca il Coronavirus.

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