Sapete che i pediatri ritengono che sia necessario preservare la scrittura a mano, in un mondo ormai tecnologico e globalizzato, come il nostro?
Anche se c’è una tendenza a scartare questa abilità, poichè non ritenuta più essenziale, i ricercatori tendono a precisare come invece siano diversi i suoi benefici per lo sviluppo del cervello e della capacità di produzione testuale.
In un articolo pubblicato quest’anno su “The Journal of Learning Disabilities”, i ricercatori hanno studiato il modo in cui il linguaggio orale e quello scritto siano correlati all’attenzione e a quelle che sono definite essere le abilità della “funzione esecutiva”, come la pianificazione.
Virginia Berninger, professore di psicologia dell’educazione presso l’Università di Washington e autrice principale dello studio, ha affermato come i risultati di questa e di altre ricerche, suggeriscano che “scrivere a mano coinvolge la mente, e questo può aiutare i più piccoli a prestare attenzione alla lingua scritta “.
Ma possiamo veramente stimolare il cervello dei piccoli aiutandoli a formare le lettere, con le loro mani?
Sicuramente sono necessarie ulteriori ricerche sulla scrittura negli anni prescolari e sui modi per aiutarli a sviluppare le competenze di cui hanno bisogno per eseguire “compiti complessi”.
Le quali richiedono il coordinamento di processi cognitivi, motori e neuromuscolari.
Ma una cosa è certa, però: la scrittura a mano è un’ abilità, non solo motoria.
Poichè usiamo le parti motorie del nostro cervello, la pianificazione motoria, il controllo motorio, ma molto più importante è la regione degli organi in cui visuale e linguaggio si uniscono, dove gli stimoli visivi diventano effettivamente lettere e parole scritte.
Le scansioni cerebrali funzionali degli adulti mostrano che una precisa parte del cervello si attiva quando leggiamo, insieme alle aree relative ai processi motori.
Gli scienziati hanno dedotto che il processo cognitivo della lettura può essere collegato al processo motorio di formazione delle lettere.
Larin James, un professore di scienze psicologiche e cerebrali presso l’Indiana University, attraverso le scansioni cerebrali di alcuni piccoli, ha invece rilevato come il loro cervello non sia ancora in grado di conoscere questa abilità.
“Il loro cervello non riesce a distinguere le lettere”, ha affermato.
Quando però i piccoli imparano a scrivere a mano, le regioni di attivazione del cervello in risposta alle lettere, si attivano insieme alle regioni frontali e parietali posteriori del cervello, le stesse che gli adulti usano per elaborare la lingua scritta.
Altri studi sulla scrittura a mano suggeriscono inoltre che gli studenti universitari che scrivono attraverso le tastiere hanno meno probabilità di ricordare.
La ricerca di Larin James suggerisce che i piccoli hanno bisogno di due anni di apprendimento e pratica corsiva, a partire dal terzo anno.
Poichè il mondo digitale non può e non deve prendere ciò che invece si può ottenere attraverso una scrittura a mano.
Anche scrivendo in modo disordinato, poichè questo è il modo per appropriarsi in modo profondo della scrittura.
“La mia ricerca si concentra su come l’apprendimento e l’interazione con le parole scritte a mano abbiano un effetto davvero significativo sulla nostra cognizione”, spiega Larin James.
This post was last modified on 21 Aprile 2019 20:28
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