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Selvaggia Lucarelli dice la sua su Cesara Buonamici: “Non racconta la storia” | E poi difende Salvini

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Nelle ultime ore il caso Pandoro gate ha preso una piega inattesa quando Matteo Salvini ha deciso di difendere Chiara Ferragni dall’accanimento mediatico.

Matteo Salvini al fianco di Chiara: “La politica ha altro da fare”

Nonostante i suoi precedenti scambi di frecciate con Fedez, Salvini ha espresso disappunto per l’ostilità che sta subendo la Ferragni, definendola ingiusta e fuori luogo.

“È chiaro che il paese non dipende da Chiara Ferragni e credo che la politica abbia qualcosa di più serio di cui occuparsi, ma non mi piace l’accanimento“.

Poi è stata la volta di Cesara Buonamici che, ospite di Pomeriggio 5, ha condiviso le sue riflessioni sulla gogna mediatica.

“Non è un caso che chi ha subito gogne mediatiche, adesso Belen Rodriguez e all’inizio anche Matteo Salvini, sviluppa una sensibilità per cui va in soccorso”.

Cesara suggerisce una sorta di solidarietà fra le vittime di simili attacchi, una connessione nata dalla condivisione dello stesso tipo di esperienze traumatiche. Ma a gettare benzina sul fuoco ci ha pensato Selvaggia Lucarelli, che non ha perso tempo a esprimere il suo punto di vista pungente. Attraverso un post su Instagram, ha lanciato una frecciata velenosa:

“Matteo Salvini vittima di gogne mediatiche quindi traumatizzato e sensibile. Cesara Buonamici meglio di Alessandro Barbero. Non racconta la storia, la riscrive a Pomeriggio 5″.

Con il suo commento, Lucarelli ha messo in luce il ridicolo della situazione, ironizzando sulla vittimizzazione di Salvini, noto per essere stato lui stesso un fervente utilizzatore delle piattaforme social per i suoi attacchi politici.

Selvaggia Lucarelli dice la sua su Cesara Buonamici: "Non racconta la storia" | E poi difende Salvini

La questione solleva interrogativi più ampi sulla natura dell’opinione pubblica e sul ruolo dei media. Dove tracciamo la linea tra il legittimo scrutinio pubblico e l’accanimento ingiustificato? Come si trasforma qualcuno da aggressore a difensore, e cosa ci dice questo sulla nostra società?

Questi eventi ci ricordano che, nonostante il brillante glamour dei riflettori, le figure pubbliche sono soggette alle stesse pressioni e alle stesse dinamiche psicologiche di qualsiasi altra persona. E forse, in mezzo a queste vicende apparentemente superficiali, c’è lo spunto per una riflessione più profonda sul peso delle parole e delle accuse che lanciamo nel mondo digitale.

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