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Sfratto olgettine, Barbara Guerra si oppone: la battaglia per la villa promessa da Berlusconi

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In una vicenda che intreccia promesse non scritte e diritti legali, Barbara Guerra si trova al centro di un tumultuoso caso di sfratto. L’ex olgettina, figura nota nel panorama mediatico italiano, si aggrappa ad una promessa che afferma le sia stata fatta da Silvio Berlusconi: la donazione di una villa. La disputa si accende attorno a un audio che, secondo Guerra, attesterebbe la promessa dell’ex premier.

La villa in questione si trova a Bernareggio, in Brianza, e rappresenta non solo un tetto sotto cui vivere ma anche un simbolo di una vita passata vicino al potere. Con la scomparsa di Berlusconi, i termini del comodato d’uso gratuito che legava Guerra e altre ragazze note come “olgettine” alla famiglia Berlusconi sono venuti meno.

Sfratto olgettine, Barbara Guerra non ci sta

Con la scomparsa del Cavaliere la famiglia ha deciso di porre un freno, interrompendo i versamenti e richiedendo la restituzione delle abitazioni, ma la Guerra non ci sta: la lettera di sfratto ricevuta è stata per lei un colpo basso, un tradimento di una parola data, di un legame che credeva più forte di un contratto. La sua reazione è stata ferma e decisa: non intende lasciare la villa, sostenendo di avere diritto a rimanervi in base alle promesse ricevute. Opponendosi al provvedimento la Guerra tramite i suoi legali ha provveduto a diffondere un audio di un colloquio avvenuto con Berlusconi nel 2015 in cui si parla della villa come di “un dono”.

Barbara Guerra

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L’immobile era stato concesso a Barbara Guerra in comodato d’uso gratuito, il Cavaliere non fece mai l’intestazione del bene a suo nome motivando il tutto come strategia per evitare l’accusa di corruzione. Nell’audio Berlusconi è arrivato a fare un giuramento sui suoi 5 figli ed emerge inoltre che la villa sarebbe stata poi intestata dopo la chiusura del processo: “Quella casa Silvio me l’aveva promessa. Quindi è mia”, ha tuonato la donna che con le altre olgettine è stata risarcita per danno di immagine, visto che alcune di loro hanno ricevuto un mensile di 2.500 euro ed altre delle abitazioni a titolo di comodato d’uso gratuito.

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