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Siamo una generazione di ansiosi, ma non è nostra la colpa, no

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E’ proprio vero, siamo una generazione di ansiosi. Senza allarmismo, ma con onestà.
Perché almeno oggi, almeno a questo punto della nostra vita, l’onestà la dobbiamo a noi stessi.

Con buon senso. Perché un’attenta riflessione, perché la conoscenza, sono passi importante verso il benessere psicofisico.

Un benessere che dobbiamo conquistare. L’unico che conta realmente e forse iniziamo a comprenderlo.

Si. Siamo la generazione del disagio.
Dell’ansia che stringe il petto.

Siamo una generazione di ansiosi

Della depressione che spegne la luce.
E dello stress che uccide la gioia e l’incanto per le piccole cose.

Siamo una generazione estremamente intelligente, ma dall’equilibrio fragilissimo.

Alla costante ricerca del perfezionismo dimenticando che la perfezione non esiste.

Inoltre, siamo la generazione che compete con tutto e tutti, ma che perde clamorosamente nel confronto con se stessa.

Fin da piccoli ci è stato insegnato che il successo paga, la sensibilità no.

Che il lavoro eleva e arricchisce, ma intendevano materialmente. Quello interiore no.

Troppe idee per la testa sono deleterie – dicevano – bisogna essere pratici, pragmatici, bisogna essere i migliori.

Ma perchè siamo una generazione di ansiosi?

Siamo una generazione di ansiosi: ma è davvero nostra la colpa? 

Bisogna eccellere.

Nell’età in cui tutto ciò che volevano era semplicemente giocare, il futuro già incombeva come una responsabilità troppo grande sulle nostre piccole spalle.

Ecco che bisogna eccellere…

Siamo cresciuti così. Sentendo un senso di estraneità tra noi e quelle parole. Cambiando scuola, perché forse erano gli insegnanti a non essere adatti, non noi semplicemente normali.

Perchè dovevamo cambiare scuole di danza, abbandonare corsi sportivi dopo qualche mese… Erano gli istruttori incapaci di valorizzare il nostro talento.

E poi le scuole superiori…
Tutti sapevamo già cosa fare, cosa saremmo voluti diventare.
In realtà non sapevamo nulla. Non sapevamo nemmeno chi fossimo in quel momento …

Primo piano ragazza

Ma non potevano dirlo. Non sapevamo dirlo. Nemmeno a noi stessi.

Ed abbiamo allevato paure e timori.
Ci hanno indotto ad allevare paure e timori con la loro mania di grandezza.

Abbiamo allevato il senso di inadeguatezza.
Ci hanno indotto ad allevare il senso di inadeguatezza con la loro ambizione.

Lavorare duramente per ottenere di più. Duramente per essere i migliori.
Lavorare duramente perché solo i soldi e la posizione sociale contano. Ti rendono qualcuno.
Ma chi?

E i nostri sogni? Le nostre emozioni che volevano abbracciare il mondo? I nostri desideri semplici, la nostra visione del futuro che comprendeva la semplicità?

Dove sono finiti?

Eccoli lì. Li vedete? Sono imprigionati in quell’ansia che stringe il petto.
E guardate la semplicità! Qualcosa di lei si intravede tra le luci spente della depressione.

Ragazza che guarda dalla finestra

E così i nostri sogni. Eccoli. Se chiudiamo gli occhi riusciamo a percepirli. Schiacciati e malconci tra lo stress quotidiano.

Eccoli lì. Nello scantinato emotivo come abiti dismessi.
Hanno ceduto il passo alle paure. Al panico che serra la gola.

A quel senso di inadeguatezza che porta alcuni a sentirsi frustrati.

Altri ad invidiare chi ce l’ha fatta.

E adesso cosa dobbiamo fare?

Siamo una generazione di ansiosi. Ma chi ce l’ha fatta? Loro? Il senso di ambizione altrui che è diventato realtà? E perché non sono felici?

Non mi sembra felice quella serie di esseri umani tutti uguali che camminano frettolosamente per strada. Che imprecano impazienti nel traffico nevralgico.

Ragazza con capelli colorati

Che tornano a casa, alla sera, troppo stanchi per tutto il resto.

Tutto il resto cosa? Relazioni di facciata? Amori stanchi e frustrati?

Amori?! Sciocchezze! C’è il mutuo da pagare. E quella bolletta troppo cara. La macchina è da cambiare, è imbarazzante girare ancora con il modello degli scorsi anni.

E i telefonini nuovi. E la crociera che ora si può pagare anche a rate magari. Il vicino morirà di invidia. I contatti sui social resteranno con un palmo di naso!

E non importa se prima di andare a dormire il senso di vuoto ci terrà gli occhi sbarrati, penseremo ad altro.

Ragazza pensierosa seduta ad un tavolo

Non importa se l’ansia diventerà sembra più soffocante, siamo certi di riuscire a controllarla. Non importa. Metteremo a tacere ogni debolezza. Sicuramente!

Passerà, è solo un momento. Non possiamo rallentare o verremo superati.
Non possiamo fermarci o non diventeremo mai nessuno.

Paura? Ansia? Che stiano zitte!Ci sono cose più importanti a cui pensare!

Una casa più grande sarebbe l’ideale. In ufficio la possibilità di avanzare forse arriva.. E i bambini hanno fatto i compiti? I voti? E l’insegnante si è accorta del talento che …

I bambini!
Salviamo la prossima generazione da un futuro senza sogni. Salviamoli dal diventare ombre di se stessi.
Salviamo noi, insieme a loro.

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