Dopo mesi di indagini l’operazione “Meet Up” condotta dalla Polizia postale di Torino è riuscita a sgominare una rete di pedofili ramificata in tutta Italia. Tra le persone coinvolte anche un sacerdote, finito ai domiciliari, si tratta di don Nicola De Blasio, direttore della Caritas di Benevento. Nell’ambito delle indagini condotte dagli investigatori è stato possibile risalire al coinvolgimento di un 37enne, tecnico informatico di Torino, finito anche lui in manette, dopo che in suo possesso si è rinvenuto un vero e proprio arsenale di materiale pedopornografico.
A Bari è stato arrestato uno studente, che risultava minorenne quando si sono registrati i fatti, per lui l’accusa è quella di aver messo in piedi una piattaforma digitale, dove diffondeva materiale sotto il pagamento di un abbonamento. La rete di pedofili stanata dalla Polizia postale di Torino era in possesso di un archivio dal contenuto “raccapricciante” come reso noto dagli acquirenti. In totale si sono sequestrati migliaia di file con protagonisti persino neonati che venivano sottoposti a delle pratiche sessuali nauseabonde.
Le indagini si sono svolte sotto copertura, alcuni agenti hanno finto di essere dei pedofili, e si sono protratte per mesi, permettendo agli investigatori di entrare nelle chat dei pedofili. Dopo essere entrati in contatto con loro gli agenti sono riusciti a rintracciare i loro profili personali individuando inoltre i creatori di una piattaforma parallela a pagamento.
Grazie alle indagini svolte ad ampio raggio sul territorio nazionale (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Campania), l’operazione “Meet Up” ha permesso di smantellare la fitta rete di pedofili, che diffondeva sul web materiale pedopornografico. Sono finiti iscritti tra gli indagati 26 soggetti sottoposti a perquisizioni da parte del Gruppo criminalità organizzata e reati Informatici della Procura di Torino. Le indagini non si sono concluse vista la mole del materiale sequestrato, che fa riferimento agli archivi informatici di computer, tablet e cellulari sequestrati agli indagati, e che sarà usato come materiale per condurre l’analisi forense.
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