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Stefania Cappa e il caso Garlasco: interrogativi sollevati da Federica Panicucci

Nuove riflessioni sul delitto Poggi a “Mattino Cinque”

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Nella trasmissione del 23 maggio di “Mattino Cinque”, Federica Panicucci è tornata ad affrontare il controverso caso dell’omicidio di Chiara Poggi. L’attenzione si è riaccesa con l’inserimento di Andrea Sempio tra gli indagati, amico del fratello della vittima. Ma in questa occasione, la conduttrice ha puntato i riflettori su una figura meno centrale ma non per questo meno interessante: Stefania Cappa, cugina di Chiara.

Un filmato trasmesso recentemente da “Quarto Grado”, girato a pochi giorni dal delitto del 13 agosto 2007, ha mostrato un colloquio tra Alberto Stasi e Stefania. Alcune parole pronunciate dalla donna in quell’occasione, a distanza di quasi due decenni, hanno destato perplessità e alimentato nuove domande.

L’analisi del video e le osservazioni della conduttrice

Nel programma, Panicucci ha introdotto il filmato con queste parole: “Vediamo Stefania e Alberto che parlano, ci sono varie congetture sul tavolo, ma siamo a soli quattro giorni dai fatti. Nessuno aveva ancora rilasciato dichiarazioni precise sull’accaduto”. Nella registrazione si sente Stasi avanzare l’ipotesi di una rapina: “Qualcuno è entrato e lei si è impaurita”. Al che Stefania risponde: “Alle 9 e mezza?”. Stasi replica incerto: “Non so esattamente a che ora”.

Da questo scambio nasce il dubbio: come poteva Stefania suggerire un orario preciso se in quel momento nemmeno gli inquirenti avevano ancora stabilito con certezza quando fosse avvenuta la morte di Chiara? Federica Panicucci ha sottolineato come inizialmente l’orario del decesso fosse stimato tra le 10:30 e mezzogiorno, per poi essere corretto tra le 9:12 e le 9:35 – l’ora in cui scattò l’allarme della casa Poggi.

La domanda che divide: un’intuizione o qualcosa di più?

Panicucci ha espresso così la propria sorpresa: “Lei menziona le 9 e mezza. Sbalordita, dice: ‘alle 9 e mezza?’ Come può avere un’intuizione simile? Forse è stato solo un caso, ma è comunque un dettaglio curioso”. Uno degli avvocati presenti in studio ha poi osservato: “Se davvero gli investigatori avessero approfondito quel dettaglio, magari il mistero sarebbe stato chiarito molto prima. L’orario definitivo, infatti, è emerso solo due anni dopo”.

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