Il consenso resta alto per la premier
Nonostante il trascorrere del tempo e le inevitabili sfide del governo, il favore nei confronti di Giorgia Meloni continua a mantenersi su livelli inaspettatamente solidi. A più di due anni dall’ingresso a Palazzo Chigi, la presidente del Consiglio conserva un apprezzamento personale superiore a quello dei principali protagonisti politici italiani. Le indagini demoscopiche parlano chiaro: il distacco tra lei e gli altri leader si aggira spesso sui dieci-quindici punti percentuali, segno di un legame diretto con l’opinione pubblica. Una fiducia alimentata dalla percezione di una leadership decisa, in grado di navigare con fermezza tra le complessità del panorama europeo e internazionale. Né le critiche interne, né l’inevitabile logorio del potere sembrano intaccare questo rapporto.
Fratelli d’Italia, perno stabile della maggioranza
Anche il partito che guida, Fratelli d’Italia, continua a essere la spina dorsale della coalizione di governo. Pur con naturali oscillazioni nei sondaggi, la formazione meloniana resta saldamente in testa nelle preferenze degli italiani. Un consenso ormai consolidato, che va oltre i confini della destra tradizionale, conquistando elettori di diverse età e provenienze professionali. In questo clima di forza consolidata si inseriscono alcune mosse dell’esecutivo, interpretate da molti come strategie per rafforzare ulteriormente la posizione della premier.
I beni ricevuti da Meloni: cosa sarà messo all’incanto
Un’immagine costruita anche attraverso gesti simbolici
Il favore del pubblico nei confronti di Giorgia Meloni non si limita alle sue decisioni politiche: grande peso ha anche l’identità pubblica che ha saputo plasmare. Una figura percepita come risoluta, concreta, capace di muoversi con abilità tanto sul fronte diplomatico quanto su quello mediatico. Le visite internazionali, i summit europei, i rapporti con i principali attori globali hanno contribuito a rafforzare l’immagine di una premier perfettamente integrata nel suo ruolo istituzionale.
Questa percezione si nutre anche di elementi simbolici, di gesti e momenti che intrecciano la sfera privata con quella ufficiale. In questo scenario si colloca una vicenda singolare: la decisione di mettere all’asta i regali ricevuti da Meloni nel corso di tre anni di incontri ufficiali.
Un’asta tra diplomazia e beneficenza
Tra gli oggetti destinati alla vendita figurano pezzi curiosi e preziosi: una raffinata parure donata dalla Libia, un paio di scarpe in pelle di pitone blu con tacco dorato, un tablet offerto da Volodymyr Zelensky, ma anche tappeti, foulard e quadri. Ognuno di questi omaggi racconta un frammento della fitta rete di relazioni internazionali costruita negli ultimi anni. Tuttavia, trattandosi di beni che superano il valore di 300 euro, la legge impone che non possano essere trattenuti dalla destinataria.
Saranno quindi tutti messi in vendita e il ricavato sarà devoluto a organizzazioni senza fini di lucro. Una scelta che trasforma il valore rappresentativo degli oggetti in un gesto concreto a favore della collettività. L’elenco, reso noto alla Camera il 3 maggio grazie a un’interrogazione parlamentare, conta 270 articoli accumulati in tre anni.
La casa d’aste e la valutazione dei doni
L’organizzazione della vendita e l’attesa crescente
I pezzi più pregiati sono attualmente custoditi in un caveau, in attesa dell’asta. A fine ottobre, il segretario generale di Palazzo Chigi ha dato il via libera alla procedura di vendita. Poco dopo, una delibera ufficiale ha affidato l’incarico alla Bertolami Fine Art, galleria d’arte romana specializzata nella gestione di aste prestigiose.
Non è ancora disponibile la lista definitiva degli oggetti selezionati per la vendita, ma si sa che verranno inclusi principalmente quelli di maggior valore. Gli altri potrebbero trovare spazio in ulteriori iniziative caritatevoli o istituzionali. L’interesse intorno all’evento cresce di giorno in giorno, con collezionisti e osservatori che attendono con curiosità.
La Bertolami Fine Art, vincitrice dell’appalto da 40mila euro, si occuperà della stima dei beni e della redazione del catalogo, che racconterà non solo il valore economico, ma anche il significato diplomatico degli oggetti. In un momento in cui l’attenzione mediatica sulla figura della premier è intensa, quest’asta diventa un’occasione per coniugare trasparenza, generosità e attenzione pubblica. E ancora una volta, l’iniziativa si intreccia con l’immagine di Giorgia Meloni, protagonista di una stagione politica in cui il suo consenso continua a essere un elemento chiave.
