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“Ti metti a c***”: gelo in studio. Iva Zanicchi spiazza Paolo Del Debbio

Una serata infuocata

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Durante una delle puntate più accese del panorama televisivo, la vera sorpresa non è arrivata da un politico o da un esperto d’opinione, ma da un’icona della canzone italiana. Iva Zanicchi, 85 anni e un’energia ancora travolgente, ha fatto il suo ingresso a Dritto e rovescio trasformando la trasmissione in un mix esplosivo di ironia, provocazioni e racconti vissuti. In un clima già teso per i temi scottanti in discussione, la presenza della cantante ha avuto l’effetto di una miccia: senza peli sulla lingua, ha saputo alternare sarcasmo e indignazione, lasciando il segno in studio.

Complimenti e stoccate: l’inizio inaspettato

Fin dai primi minuti, Iva ha destabilizzato l’atmosfera rivolgendo al conduttore Paolo Del Debbio un commento che ha suscitato sorrisi e sorpresa: «Il più affascinante tra i brizzolati di Mediaset. Hai un grande fascino». Un’apertura disarmante che ha fatto da preludio a un cambio di tono deciso, quando il confronto si è spostato su temi delicati come la criminalità tra i giovani e le problematiche legate all’integrazione delle seconde generazioni.

Tra sferzate e memoria: Iva dice la sua

A quel punto, Zanicchi ha cominciato a rispondere senza mezzi termini ad alcuni giovani presenti in studio, tra cui ragazzi “maranza” e ospiti musulmani, usando parole dure che hanno immediatamente innescato polemiche. Il cuore del suo intervento è stato un richiamo al valore del lavoro e del sacrificio, rivolto a chi giustifica piccoli furti pur di avere capi firmati: «Quando lavorerai, se potrai, te le comprerai le scarpe. Altrimenti vai scalzo. Ma rubare non è una soluzione», ha affermato con fermezza.

Poi, il discorso ha preso una piega personale. Ha raccontato di come, da giovane, desiderasse un paio di jeans: «Per sei, sette estati piangevo perché li volevo. Ma mia madre mi diceva che c’erano cose più importanti, e quei jeans non sono mai arrivati. Ma non per questo li ho presi dal banco al mercato». Una riflessione che ha toccato corde profonde, sottolineando come le nuove generazioni spesso confondano diritti e pretese.

Paure nascoste e fragilità svelate

A sorpresa, Iva ha aperto un capitolo molto intimo della sua vita, mai condiviso prima in pubblico. Ha rivelato di essere stata vittima di ben sette incursioni armate nella sua abitazione in Brianza: «Avevo promesso che non lo avrei mai detto, ma è successo sette volte». Le sue parole hanno congelato l’atmosfera in studio, mentre raccontava di vivere nel timore costante, tanto da aver chiesto al maresciallo di dotarla di un’arma: «Gli ho detto che non ce la faccio più. Ma lui mi ha risposto: “Lei non deve sparare, loro sono più rapidi”».

Dietro la sua immagine forte e diretta, si è così svelata una donna segnata dalla paura, che cerca di proteggere sé stessa e i suoi cari in un mondo che percepisce sempre meno sicuro.

Il momento clou: la frase che ha fatto esplodere il dibattito

Nella parte conclusiva della puntata, il confronto si è acceso ulteriormente quando si è toccato il tema dei simboli religiosi nelle scuole. Iva non si è tirata indietro, anzi ha rincarato la dose con parole forti e cariche di emozione: «Vietano i nostri simboli per non offendere. Ma offendiamo chi? Siamo in Italia, un Paese cristiano. Se ti dà fastidio, torna nel tuo Paese e prega come vuoi. Nessuno ti disturba. Ma non venire qui a calpestare le nostre tradizioni».

Un’uscita destinata a far discutere a lungo, ma che ha mostrato ancora una volta il volto schietto e viscerale di una donna che, nel bene e nel male, dà voce a un’Italia che sente di dover difendere la propria identità. Tra applausi, critiche e silenzi eloquenti, Iva Zanicchi ha ricordato a tutti che, anche a 85 anni, non ha alcuna intenzione di tacere.

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