Conosciuta all’anagrafe come Miriam Bartolini, Veronica Lario ha sempre suscitato l’interesse dell’opinione pubblica, non solo per il matrimonio con Silvio Berlusconi ma anche per il suo percorso personale. Dopo una carriera da attrice tra gli anni Settanta e Ottanta, decise di abbandonare i riflettori per dedicarsi alla famiglia. Negli anni successivi, si è cimentata con determinazione nel mondo imprenditoriale, gestendo un rilevante patrimonio e lanciando alcune iniziative. Tuttavia, gli ultimi aggiornamenti raccontano di una fase tutt’altro che semplice.
Un indizio significativo proviene da Segrate, nei pressi di Milano, dove si è svolta l’assemblea dei soci della Ippocampo Srl, interamente di proprietà di Veronica Lario, che ne è anche amministratrice unica. La società gestisce una palestra situata in un edificio a Milano 2, anch’esso di proprietà della ex first lady. Il bilancio 2024 si è chiuso con una perdita netta di 306 mila euro, peggiorando rispetto al già negativo risultato dell’anno precedente (-205 mila euro). A contenere il deficit è stata una riserva specifica, denominata “fondo copertura perdite”, che però si è quasi del tutto esaurita: il patrimonio netto disponibile è sceso da 372 mila a poco più di 13 mila euro.
L’andamento economico rivela un quadro complesso. I ricavi netti hanno registrato un incremento, passando da 457 mila a 556 mila euro, ma i costi sono aumentati ancor più rapidamente, arrivando a 855 mila euro da 654 mila. La relazione di bilancio evidenzia alcune voci straordinarie che hanno inciso negativamente, tra cui un allagamento della struttura che ha comportato la sospensione delle attività nei mesi di maggio e giugno 2024, riducendo gli introiti da abbonamenti. A ciò si è aggiunta una spesa imprevista particolarmente onerosa per l’energia elettrica.
Non è l’unica impresa a vivere un momento delicato. La Tambù Srl, controllata da Lario tramite l’88% delle quote possedute dalla holding Equitago, ha chiuso anch’essa il 2024 con un bilancio in negativo: una perdita netta di 637 mila euro, peggiore del già pesante disavanzo di 463 mila euro dell’anno precedente. La società, che punta a trasformare giochi da tavolo in versioni digitali, aveva ricevuto un finanziamento di 600 mila euro da Invitalia. Parte della perdita è stata coperta attraverso una rinuncia parziale dei soci al finanziamento e l’utilizzo delle riserve interne.
La causa principale del rosso sarebbe legata agli ingenti investimenti per lo sviluppo di progetti ancora in fase di lancio. Tra questi, il videogioco “Soulkin” è in via di completamento, mentre il marchio Tambù è stato presentato al “Play Festival del Gioco” di Bologna lo scorso aprile. Nonostante l’impegno e la visibilità ottenuta, i risultati economici si fanno attendere. Il bilancio generale restituisce un’immagine a luci e ombre del cammino imprenditoriale di Veronica Lario: pur sostenuta da capitali iniziali e da iniziative ambiziose, la sostenibilità a lungo termine appare messa alla prova da risultati economici al di sotto delle aspettative.
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