La città di Verona, proprio alla vigilia di Natale e in piena emergenza Coronavirus, decide di togliere la cittadinanza onoraria allo scrittore Roberto Saviano.
La mozione, presentata dagli esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia, è passata con 20 voti a favore, 7 contrari e un astenuto.
Che tra lo scrittore campano e il partito di Matteo Salvini non corra buon sangue è vicenda nota e risaputa.
Roberto Saviano non ha mai fatto mistero di essere fermamente contrario alla linea che il partito della Lega, e anche di Fratelli d’Italia, hanno sul tema dell’immigrazione.
Durante le vicende che hanno portato l’ex Ministro degli Interni in Tribunale a Catania, Saviano non ha lesinato attacchi all’esponente leghista.
La mozione presentata in Consiglio Comunale a Verona prende però lo spunto da un’altra vicenda. Quella altrettanto delicata del tema della droga e della lotta alla criminalità organizzata.
Il consigliere leghista Alberto Zelger ricorda come Roberto Saviano, presentando al Festival di Venezia del 2019 il film Zerozerozero ebbe a dire :
“La cocaina andrebbe legalizzata, solo così si bloccherebbero i pozzi di petrolio della criminalità organizzata”.
E, sempre sul tema delle droghe, commentando la vicenda dell’omicidio di Luca Sacchi, Roberto Saviano disse : “Se questo omicidio si configura come interno alle dinamiche della distribuzione delle droghe leggere, la politica per riscattare la sua inanità ha una sola strada: legalizzarle”.
Da queste dichiarazioni ha quindi preso il via la mozione che ha portato alla revoca della cittadinanza onoraria.
Alberto Zelger a questo proposito non fa sconti allo scrittore di Gomorra. Dice infatti l’esponente della Lega :
“Roberto Saviano è diventato un personaggio provocatorio, irrispettoso dei suoi avversari politici: nessuno mette in discussione il suo impegno contro la camorra, ma il suo delirio egocentrico lo porta ad attaccare rappresentanti del popolo colpevoli soltanto di avere un’opinione diversa dalla sua su più questioni: dalla liberalizzazione della droga all’immigrazione”.
Della stessa linea la posizione di Fratelli d’Italia che, per bocca del suo capogruppo aggiunge : “Roberto Saviano non è più un simbolo della lotta alla mafia, ma un commentatore politico.”
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