“Non riesco a respirare… Togli il ginocchio dal collo, ti prego, non respiro… Ti prego non uccidermi… Mamma, mamma”. Sono le ultime parole di George Floyd.
George è morto lentamente. Soffocato da un poliziotto che dopo averlo fermato e ammanettato insieme ad altri tre colleghi, ha scelto di ucciderlo. Si lo ha scelto. E lo ha ucciso. Lentamente.
Lo ha tenuto fermo a terra con un ginocchio premuto sul collo. Premuto con tutto il suo peso. Ha scelto di non ascoltare le preghiere di George che moriva sotto la sua bestiale pressione. Ed ha scelto di non ascoltare le voci dei passati che pur gli chiedevano di avere pietà.
George Floyd era afroamericano ed aveva 46 anni. L’uomo che lo ha ucciso appartiene al corpo di polizia di Minneapolis. Un poliziotto. L’ennesimo agente, in quella città, che si macchia di un crimine mentre dovrebbe limitarsi a combatterla la criminalità.
George era stato fermato dagli agenti al 3700 di Chicago Avenue South dopo una segnalazione per presunta contraffazione di un documento. Secondo quanto testimoniato dagli agenti, era sotto gli effetti di alcool e droga.
Quando gli è stato chiesto di scendere dall’auto, Floyd avrebbe opposto resistenza. Ed è a quel punto che è scattata la violenza dell’agente che lo ha bloccato a terra con un ginocchio puntato sul collo ed ha esercitato pressione per diversi minuti.
Il video dell’arresto di George Floyd
“Non riesco a respirare… Togli il ginocchio dal collo, ti prego, non respiro… Ti prego non uccidermi… Mamma, mamma”. Sono le ultime parole di George.
Il poliziotto ha lasciato la sua preda solo quando si è reso conto che aveva perso i sensi. Aveva smesso di pregare.
“Quando gli agenti sono riusciti a mettergli le manette si sono accorti che stava avendo un problema medico”. È questa la versione ufficiale del Minneapolis Police Department.
Una versione smentita dalle immagini e dai testimoni presenti sulla scena dell’orrore. Il sindaco della città, Jacob Frey, ha confermato il licenziamento dei quattro poliziotti coinvolti. Due dei quali, già indagati per altri episodi di violenza.
Il video girato da un passante mostra tutto l’orrore degli ultimi momenti di vita di George. Racconta le sue ultime parole disperate. Le preghiere che l’agente ha scelto di non ascoltare. E ha scosso il mondo intero.
ATTENZIONE:
LE IMMAGINI SONO SCONSIGLIATE A UN PUBBLICO SENSIBILE
Le prime reazioni
Numerose le reazioni dal mondo sportivo. George Floyd era un Amico fraterno di Stephen Jackson, ex giocatore Nba.
“Tutti sanno che ci chiamavamo l’un l’altro ‘Gemello’. Era andato in Minnesota per cambiare la sua vita guidando camion, gli avevo mandato due o tre scatole di vestiti, stava facendo la cosa giusta. E voi avete ucciso mio fratello”, dichiara tra le lacrime l’ex campione.
“Ora andrò a Minneapolis, farò tutto ciò che mi è possibile per non far passare la vicenda sotto silenzio”.
Anche Madonna, sul suo profilo Instagram, ha voluto dare grande eco alla morte di George Floyd.
https://www.instagram.com/tv/CAqck3NByaT/?igshid=e0mw5qlczuel
“È la cosa più straziante che ho visto da tanto tempo a questa parte”, ha scritto la cantante.
“Questo poliziotto sapeva di essere filmato e lo ha ucciso con arroganza e orgoglio. Finché non supereremo il razzismo in America nessuno deve poter portare con sé un’arma, soprattutto i poliziotti.
Dio ti benedica George Floyd, mi spiace così tanto per te e la tua famiglia e per tutti quelli uccisi senza motivo che sono venuti prima di te”, ha scritto ancora.
“Fanculo la Polizia. Sì, l’ho detto. Non mi frega di essere politicamente corretta, mi interessa la Giustizia”.
Giustizia e un mondo finalmente libero dal razzismo. Dall’orrore.
Potrebbe inoltre interessarvi leggere: