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Un vigile porta la fidanzata estetista in ufficio per fare la manicure alle colleghe

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Paese che vai, furbizia che trovi!

Potrebbe essere sintetizzato così il comportamento di un vigile urbano che ha portato la fidanzata estetista al comando per un trattamento di manicure alle sue colleghe. Se non fosse per la gravità della situazione.

Siamo a Roma, durante il periodo del lockdown. Con attività chiuse e guadagni azzerati, e cosa si inventa un vigile del Pronto intervento del centro storico di Roma?

Vigile urbano trasforma il comando in centro estetico

Porta la fidanzata estetista al comando per realizzare un trattamento di “nail art”, decorazioni delle unghie, alle colleghe presenti in ufficio.

Durante l’orario di servizio il vigile ha pensato bene quindi, di organizzare una seduta estetica. La fidanzata, come accennavamo, è specialista in unghie artificiali e ricostruite e le sue colleghe necessitavano, improrogabilmente, di un tale trattamento.

Per chi non ha problemi di sorta, come quelli che attanagliano milioni di italiani, il problema delle unghie poco curate può essere realmente un’esigenza non procrastinabile.

E così, mosso forse da un sentimento di “altruismo e solidarietà”, il vigile ha pensato bene di adoperarsi in tal senso. Per la felicità delle sue colleghe, ma anche della sua fidanza. Il trattamento estetico infatti, è stato regolarmente pagato dalle due agenti.

Fortunatamente la dignità di un Corpo che raccoglie tante persone coscienziose è salva. Certamente il comportamento tenuto da un agente in questa occasione, non può e non deve gettare ombre sul lavoro e la correttezza dei tanti agenti a servizio dei cittadini.

Il fatto è stato denunciato, e  il vigile e la fidanzata dovranno rispondere di epidemia colposa, abuso delle funzioni, omissione d’atti d’ufficio, esercizio abusivo della professione di estetista, evasione fiscale.

Da quello che trapela il vigile in questione, sembra non essere nuovo ad indagini ed accertamenti. Ed allora la domanda sorge spontanea: perché continua ad indossare una divisa?

Ai posteri l’ardua sentenza!

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