Ambra Angiolini ha presentato il concerto del Primo Maggio, arricchito da un bel monologo sulla violenza. L’attrice ha voluto dire la sua in merito ad alcuni sanguinosi fatti di cronaca che non devono assolutamente cadere nel dimenticatoio. Ambra é apparsa molto provata nel ricordare le vittime innocenti di atti violenti, non nascondendo la commozione ed un tremore nella voce. L’attrice, tra i vari casi di cronaca, ha ricordato anche la vicenda di Manuel Bortuzzo l’ex gieffino raggiunto da colpi di revolver mentre era intento ad acquistare delle sigarette ad un distributore.
Ambra Angiolini ha esordito volendo chiarire il senso dell’espressione ”al lavoro per la pace‘‘ diventata ormai uno slogan virale. ”Lo slogan ‘al lavoro per la pace’ é preciso, puntuale, inconfutabile. Siamo tutti d’accordo…”, ha affermato la conduttrice, per poi precisare: ”La verità, però, é che questi slogan rischiano un po’ di farci sentire a posto con la coscienza e diciamo a noi stessi: ‘L’abbiamo urlato insieme, quindi basta’…”.
”In realtà, serve riflettere più a fondo.”, ha incalzato Ambra Angiolini, risoluta nel non voler restare in superficie, andando a fondo della questione, nell’intento di riuscire a sensibilizzare sempre più persone sul tema della violenza. ”Perché é necessario deporre le armi con gli altri e con voi stessi, nelle vostre case, sui posti di lavoro e in strada…”, ha continuato Ambra, in un crescendo di commozione.
Ambra Angiolini, in occasione del concerto del Primo Maggio, non ha citato solo Manuel Bortuzzo tra le vittime di un gesto violento, ma anche un altro ragazzo, rimasto nel cuore di tutti, che ha pagato con la vita: Marco Vannini. ”Prendiamoci la responsabilità di questo slogan perché non sia solo uno slogan dire: ‘A lavoro per la pace”’.
”La guerra che combattiamo tutti i giorni é anche Simone Baroni, aggredito e preso a pugni a San Giovanni solo perché é omosessuale.”, ha dichiarato Ambra Angiolini, iniziando a ricordare le vittime di episodi violenti. ”La guerra é anche: Lucia, Angela, Sonia, Caterina, sfregiate, accoltellare, prese a pugni da chi diceva di amarle: i loro fidanzati, i loro amanti e mariti? La guerra é anche Marco Vannini che muore a casa della fidanzata. A ferirlo quasi a morte é stato un colpo sferrato da una Beretta calibro 9, ad ucciderlo, la crudeltà di quattro persone che hanno anteposto la loro salvezza alla sua vita…”, ha affermato la Angiolini, soffermandosi anche sul caso di Manuel Bortuzzo.
”Un revolver calibro 9 in mano a Lorenzo e Daniele che viaggiano su uno scooter, sparano tre colpi alla cieca contro Manuel Bortuzzo mentre compra le sigarette in una normale serata…”, ha dichiarato Ambra, ricordando uno degli episodi più cruenti ed imperdonabili degli ultimi tempi. Al termine del monologo, Ambra Angiolini ha tratto le conclusioni, dicendo: ”Su questo, tutti noi dobbiamo metterci a lavoro per la pace, perché di questa guerra siamo tutti responsabili.”.
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