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“Mio figlio malato di cancro. Mi sono vergognata, mi hanno fatto sentire sporca”: Elena Santarelli in lacrime ripercorre il dramma vissuto in un monologo alle Iene

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Nell’ultima puntata de Le Iene, Elena Santarelli nella veste di conduttrice per una serata ha affiancato Nicola Savino, e come chi l’ha preceduta sul palco del programma satirico di Davide Parenti, ha fatto un monologo toccando un tema delicato: la malattia di suo figlio. La Santarelli ha affrontato per anni la battaglia di suo figlio, malato di tumore, e nel corso del suo sfogo ha snodato un monologo molto intimo sul palco de Le Iene, mettendosi a nudo come madre, donna e volto noto.

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In particolare ha parlato del senso di vergogna e di colpa che l’ha accompagnata quando si ritagliava dei piccoli momenti da dedicare solo a sé. “Questa sera non vi parlo della malattia di mio figlio. Ma di come si torna a vivere. Durante e dopo la malattia. Io mi sono vergognata di farlo” – così ha esordito la iena per una sera.

Proseguendo il suo monologo ha condiviso alcune esperienze spiacevoli: “Ho sentito parole che mi hanno fatto sentire sporca. Tipo: ‘Ma come fai a lasciare tuo figlio solo?’. Mi sono vergognata di tornare a lavorare, di uscire a cena con mio marito. Persino di andare dal parrucchiere quando ho sentito un’altra donna sussurrare: ‘Che ca**o ci fa qui la Santarelli? Io con un figlio malato starei a casa’. E a casa ci tornavo. Mi buttavo subito sotto la doccia, per pulirmi dallo sporco che quegli sguardi mi avevano appiccicato addosso. ‘Fai schifo!’, mi dicevo, ‘cosa ti è venuto in mente?’. Grattavo via lo smalto appena messo sulle unghie, perché mi sentivo male ad essermi presa un pezzo di vita per me”.

Il dramma Elena Santarelli

Il monologo di Elena Santarelli

Con tono incalzante Elena Santarelli ha aggiunto: “Quegli sguardi, quelle parole ti dicono che c’è solo un posto dove puoi stare: al fianco di tuo figlio che si sta ancora curando. Quegli sguardi ti proibiscono di essere altro dalla malattia”. Nel corso del suo monologo si è soffermata anche su un altro aspetto che le è pesato molto e che le ha impedito di tornare a vivere: il senso di colpa per la fortuna che ha avuto.

“[…] Tante amiche che ho conosciuto in ospedale, mamme come me, oggi non hanno più i loro figli. E quella fortuna sentivo di non meritarla più di loro. Così ho cercato di nascondere la mia felicità. Ma quelle mamme mi hanno detto: ‘Non ti devi vergognare’. Ed è solo grazie a loro, Valeria, Elena e Valentina, che non mi hanno condannata ma mi son state accanto, che ho potuto tornare a vivere tutte le mie emozioni e mi finalmente sono liberata. Oggi sono grata che i miei uomini, Giacomo e Bernardo, siano con me”.

 

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Al termine del suo monologo, Elena Santarelli ha spiegato che ha imparato una lezione che ha la possibilità di condividere con le altre donne alle quali ha rivolto un messaggio: “Non sentitevi sporche, non sentitevi in colpa. Mi sono sentita una madre sbagliata, ma non voglio farlo più. E non fatelo neanche voi. Non abbiate paura di tornare a vivere”.

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