In vista delle elezioni politiche del 25 settembre i partiti cercano di creare solide alleanze, invece Matteo Renzi ripete che è intenzionato a correre da solo, con il suo partito, dopo aver declinato l’offerta ricevuta da Enrico Letta. Il PD, da quanto reso noto dal leader di Italia Viva, gli avrebbe messo sul tavolo un’invitate proposta: un posto in Parlamento, ma lui ha deciso di intraprendere un’altra strada preferendo correre in solitaria.
Matteo Renzi ha detto “no” all’offerta fatta da Enrico Letta, che rivolgendosi ai suoi possibili alleati di coalizione ha promesso loro un posto in Parlamento. Una proposta che l’ex premier ha respinto motivando il perché della decisione di non creare alleanze, preferendo posizionarsi con il suo partito in un “centro riformista” per dare forma ad un Terzo Polo, anche senza alleati.
Renzi ha posto un veto all’accordo tra Letta e Calenda, e respinto l’offerta del PD relativa al diritto di tribuna, che invece ha aperto alle trattative con Luigi Di Maio, alla guida del neonato Impegno civico lanciato con Bruno Tabacci.
Un risvolto che ha fatto sbottare Matteo Renzi, che prendendo la parola sui social ha firmato un post su Facebook di contestazione contro i colleghi: “Cosa è il diritto di tribuna? Un posto garantito come capolista del PD a tutti i leader dei partiti in coalizione. Così sono sicuri di entrare in Parlamento. Lo hanno proposto anche a noi. Pare che al momento abbia accettato di prendere questo posto e correre con il simbolo del PD, Luigi Di Maio. Amici miei, ma la dignità dov’è?”.
Motivando poi il suo secco no a Letta, ed alla formazione di una coalizione con altri, l’ex presidente del Consiglio ha spiegato con fermezza: “Ho lasciato il PD perché non condividevo le idee di quel gruppo dirigente. Io non mi faccio adesso candidare da quel partito per salvare una poltrona. Le idee valgono più dei posti. Per me la politica è un ideale, non un centro per l’impiego. E a chi mi chiede se useremo il diritto di tribuna rispondo: mi chiamo Matteo Renzi, io, non Luigi Di Maio. Meglio rischiare di perdere il seggio che avere la certezza di perdere la faccia”.
Una posizione ferma che il leader di Italia Viva ha ribadito anche in una sua recente intervista concessa al quotidiano La Nazione, dove ha fatto un breve resoconto in merito alla proposta ricevuta, ammettendo di essere stato contattato da “sherpa” del suo ex partito, riassumendo l’offerta di posti per i suoi e per se stesso, e nel giustificare il suo diniego ha precisato: “Si può perdere una poltrona per un’idea, non un’idea per una poltrona”.
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