Il palco de Le Iene è stato il pulpito scelto dalla comica romana, Michela Giraud per affrontare un tema delicato: l’odio sui social. Nelle vesti di iena per una sera, la comica ha affrontato una questione che le sta molto a cuore, tessendo un monologo che ha avuto la capacità di riecheggiare dopo la puntata del programma satirico di Italia 1, che l’ha vista al timone de Le Iene. Un monologo breve ma tagliente, dal tono non troppo severo ma molto potente, con cui Michela Giraud ha indirizzato la sua filippica contro gli odiatori che si celano sui social. Infatti in pochi minuti la comica ha snodato i suoi pensieri facendo un intervento emblematico.
Parlando del suo personale rapporto con gli haters, che la prendono spesso di mira sui social, ha dapprima confessato di aver all’inizio sofferto per alcuni commenti cattivi che ha elencato brevemente: “Ma quanto sono amata sul web? mi scrivono cose bellissime tipo: ‘sei grassa’; ‘sei volgare’; ‘sei grassa volgare’; ‘la tua comicità è per le casalinghe’, cosa che non sapevo fosse un’offesa, tra l’altro”.
Dopo questo incipit, la iena per una sera ha ammesso di essersi confrontata con il suo ragazzo che le ha consigliato di non dare peso ai commenti social, perché non meritano attenzione e tempo. Anche se d’accordo con il suo ragazzo ha ammesso che le offese degli haiters la infastidiscono e la portano a non prenderla serenamente. “Mi siedo a pensare a una risposta arguta per dimostrare la mia superiorità intellettuale e invece sto solo a rosicà. E poi mi dicono “e fattela ‘na risata, sei una comica, che t’avranno mai detto di male?” – ha proseguito la comica sul palco de Le Iene.
Il momento centrale del suo monologo è arrivato quando ha ammesso che ha imparato come rispondere agli odiatori del web: “Una volta uno di loro mi ha scritto semplicemente: fai schifo. Lì ho capito come disinnescare questi commenti. A quel commento gli ho messo un bel like. È stata una delle cose più liberatorie che mi siano mai capitate nella vita. Fare schifo è un atto rivoluzionario. Specialmente in un’epoca in cui tutti vogliamo essere migliori e in cui siamo tutti prigionieri dello sguardo degli altri”.
Un discorso chiosato in modo epico con un invito all’accettazione come migliore risposta alle critiche degli altri: “Fare schifo è un diritto, ed è un diritto che rivendico con orgoglio, esultando. Sì, faccio schifo, ma ho anche dei difetti”.
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