Tra gli ospiti della puntata del 2 gennaio di Domenica In, Mara Venier ha intervistato Paolo Del Debbio che oltre a presentare il suo libro “Le 10 cose che ho imparato dalla vita” si è lasciato andare alla commozione, travolto dai ricordi e dalla sofferenza, legati alla storia di suo padre. Il giornalista e conduttore di Dritto e Rovescio durante una lunga intervista nel salotto della padrona di casa ha affrontato con grande emotività le vicende del genitore, che è stato un deportato durante la Seconda Guerra Mondiale.
Suo padre è stato mandato nel campo di concentramento e smistamento nazista di Buchenwald dopo essere stato catturato in Grecia nel 1943, e nel campo di prigionia ha passato due lunghi anni fino alla liberazione da parte degli americani nel 1945. “Gli americani gli diedero da mangiare pian piano. Mio padre pesava 40 chili, rimetteva tutto quello che mangiava perché non era più abituato. […] Dalla Germania fino a Verona ha viaggiato prima su un camion che portava della frutta e poi su uno di bestiame e da Verona a Lucca la fece a piedi, 400 chilometri” – questo il racconto dell’odissea vissuta da suo padre.
Un racconto coinvolgente che ha poi lasciato il posto ad un crollo emotivo, Paolo Del Debbio vinto dalla commozione ha confidato alla Venier: “C’era tutto il paese che li aspettava. Si era sparsa la voce che Alfio e Velio stavano tornando (Velio suo padre, Alfio un altro deportato). Non avevano notizie da due anni, per un paesino come quello fu una festa assoluta. Poi arrivò mia mamma e si vide la sensibilità contadina. Andarono tutti via per lasciarli soli”.
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Il giornalista si è quindi bloccato e togliendosi gli occhiali si è asciugato le lacrime dal volto, trovando in Mara Venier una grande empatia, infatti la conduttrice veneta per rassicuralo e confortarlo gli ha detto: “Guarda, sto come te Paolo”, alle sue parole ha fatto eco in studio un sonoro applauso. Il ricordo del padre è poi proseguito con meno pathos e parlando della grande dignità conservata dal genitore durante la prigionia, ha detto che tutti i giorni si lavava e radeva per mostrare ai nazisti la sua integrità, ammettendo inoltre che l’uomo parlava con grande difficoltà dell’inferno vissuto nel campo di deportazione.
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