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“Vorrei fare il vaccino per essere come le altre”: una ragazzina di 12 anni vuole vaccinarsi contro il Covid, ma il padre biologico non firma il consenso

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Giorgia, nome di fantasia, è una ragazzina di 12 anni vuole vaccinarsi contro il Covid, per poter danzare e frequentare luoghi di svago insieme ai suoi coetanei, ma il padre non le dà il consenso. A questo diniego si lega anche un altro problema: la ragazzina è in affido ma la patria potestà spetta al genitore biologico.

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Giorgia prossima ai 13 anni, che compirà a novembre, malgrado la sua giovane età ha vissuto diverse difficoltà trovando nell’affetto della famiglia affidataria che la sta crescendo la possibilità di non sentirsi diversa dagli altri. “Vorrei essere come le altre” – con questa richiesta la ragazzina che vive nell’hinterland milanese vorrebbe vaccinarsi, ma non può farlo senza la firma dei genitori biologici. La madre dal carcere ha dato il suo consenso mentre il padre si è rifiutato, condizionando la vita della figlia, che sente poche volte l’anno, e quella della famiglia cui è affidata.

Giorgia 12 anni vuole vaccinarsi contro Covid

Una ragazzina di 12 anni vuole vaccinarsi contro il Covid, ma il padre non dà il consenso

Il genitore che non vede da anni non vuole firmare il consenso non tenendo conto della volontà della figlia: la ragazzina di 12 anni vuole vaccinarsi contro il Covid. Una vicenda complicata che ha raccontato la signora Margherita, che da anni con il marito ha intrapreso la strada dell’affidamento prendendosi cura Giorgia, che ha due fratelli, collocati in altre famiglie. “I minori in affidamento etero familiare, i cui genitori biologici non hanno perso la patria potestà, non possono vaccinarsi se questi non firmano l’autorizzazione. A differenza di quanto si pensi, la patria potestà viene tolta solo in casi gravissimi, ed è sempre a discrezione del giudice” – ha spiegato la signora.

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Gli ostacoli incontrati per vaccinare Giorgia sono sorti già a maggio, poi dopo mesi di attese e richieste frequenti, a settembre l’assistente sociale ha ribadito che il padre non vuole firmare il consenso. Dopo non aver ottenuto nessuna risposta Margherita ed il marito hanno deciso di scrivere al ministro della Salute Roberto Speranza, al garante dei diritti dell’infanzia, alla segreteria del ministero per le Pari opportunità, senza ricevere da nessuno una risposta fatta eccezione per il garante, professor Premoli, che però non ha voce su tale caso.

Gli ostacoli incontrati per vaccinare la 12enne

“Il 6 settembre scrivo di nuovo ai servizi sociali. Mi informano che la madre in agosto attraverso l’amministrazione penitenziaria ha firmato, mentre il padre aveva detto che avrebbe firmato, invece non ha inviato nessuna autorizzazione” – ha raccontato la signora Margerita. La ragazzina di 12 anni vuole vaccinarsi ma non può farlo così non può ottenere il Green pass necessario per iscriversi a danza, che pratica da quando aveva sei anni. Per la famiglia affidataria si pongono anche altri problemi: la loro salute personale e l’esclusione di Giorgia in quanto non vaccinata dalla vita sociale.

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“Quello che mi fa più male è sentirle dire ‘perché non sono una bambina come le altre, sono una bambina in affido’. In quei momenti penso che a nulla valgono gli sforzi che facciamo per regalarle un’esistenza serena. Esperienze di questo tipo spingono i ragazzi a continuare a pensare di non essere uguali agli altri”. La signora Margherita ha infatti segnalato un vuoto normativo: il legislatore avrebbe dovuto ricordarsi dei ragazzi, come Giorgia, non tutelati nei loro diritti in quanto minori fuori dalle famiglie.

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