Neonatologi, pediatri, ginecologi, attraverso le loro società scientifiche, hanno rivolto un appello al ministero della Salute ed a tutte le istituzioni per invocare la rapida vaccinazione Covid di donne incinte e over 12, delle categorie che non sono esenti dai gravi rischi del Covid. Gli esperti nel loro appello hanno anche chiesto l’istituzione di un coordinamento centralizzato, sull’esempio di altri Paesi Europei, per evitare la “disparità al livello locale e regionale” e garantire un’informazione corretta.
Ma il principale obiettivo che si sono prefissati i firmatari del suddetto documento è quello di promuovere il più possibile e velocizzare l’immunizzazione di queste fasce della popolazione. I rischi connessi con la malattia virale possono interessare anche le donne in gravidanza, che allattano, ma anche i bambini sopra i 12 anni. Anche queste categorie meritano un’attenzione particolare nello scenario della campagna vaccinale, come hanno rivendicato le società scientifiche di pediatri e ginecologi.
Un appello firmato dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN), dalla Società Italiana di Pediatria (SIP), dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), dall’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI), dalla Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP), dalla Società Europea di Rianimazione Pediatrica e Neonatale (ESPNIC), dall’Associazione Ginecologi Territoriali (AGITE), dall’Associazione Ginecologi Universitari Italiani (AGUI).
Nella nota firmata da pediatri e ginecologi si affronta il tema della vaccinazione Covid con i vaccini a mRna, considerati assolutamente sicuri sia per le donne in gravidanza e per le donne che allattano, poiché il vaccino non incide sulla fertilità. Poi gli esperti hanno precisato che in alcuni centri (Parigi, Belgio, Irlanda, Israele, USA) la vaccinazione in gravidanza è una prassi consolidata, in quanto non esistono controindicazioni diverse dal resto della popolazione. Nel testo presentato dagli esperti del settore si fa riferimento non solo alle indicazioni ribadite dall’Oms ma anche alle precisazioni presenti nell’ultima circolare del ministero della Salute.
Tutti i firmatari del documento hanno voluto quindi porre l’accento sul fatto che il Covid è un problema di sanità pubblica, grave per l’età avanzata e non solo, visto che colpisce severamente anche i giovani come nel caso delle donne in età fertile ed i pazienti di età neonatale e pediatrica. Con il loro appello gli esperti hanno anche voluto spostare l’attenzione sulla veicolazione di informazioni imprecise e di fake news che possono dare una “percezione sbagliata del rischio e delle conseguenze per donne giovani e bambini”.
Gli esperti chiamando in causa le evidenze scientifiche hanno voluto ribadire i potenziali rischi per mamma e bambini. Questo perché il Covid-19 può avere manifestazioni gravi in gravidanza che possono far sorgere conseguenze quali: parto prematuro e complicanze associate alla prematurità. In rari casi poi il virus può essere trasmesso dalla madre al feto innestando casi di Covid neonatale. Anche in età pediatrica possono svilupparsi delle serie conseguenze durante la fase acuta della malattia, ed anche a distanza di settimane con lo sviluppo della cosiddetta sindrome infiammatoria multi-sistemica.
Secondo neonatologi, pediatri e ginecologi è necessario dunque comprendere che con l’aumentare della diffusione della vaccinazione Covid in altre fasce d’età, la categoria dei bambini più piccoli rappresenterà la popolazione più a rischio. Un rischio che invece i neonati non corrono, come confermato da recenti studi scientifici, che hanno appurato che grazie alla vaccinazione delle donne incinte si producono degli anticorpi che hanno la capacità di passare nel sangue fetale attraverso la placenta e poi nel latte materno, assicurando una copertura immunitaria.
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