Tra gli ospiti che hanno partecipato a Le Iene per enunciare il proprio monologo, le parole commoventi di Arisa hanno lasciato il segno, emozionando il pubblico. La cantante si è raccontata in prima persona nella trasmissione satirica di Italia 1, dove ha snodato il suo monologo: una sorta di appello rivolto agli altri esortandoli a star bene con se stessi.
La cantante ,che non ha perso il suo lato schivo, anche se negli ultimi anni è diventata più sicura di sé, ha esordito evidenziando proprio questo aspetto caratteriale davanti alle telecamere de Le Iene: “Fino all’ultimo pensavo di non farcela ad essere qui, perché mi vergogno sempre un po’ di quello che sono e di quello che faccio. Mi sono chiesta: a chi interesserà di me, di quello che racconto o di quello che provo io? […]”. Dopo questo incipit caratterizzato da interrogativi e perplessità, Arisa si è raccontata toccando le corde più profonde della sua interiorità.
“Fin da bambina sono stata attratta da chi cerca di fare star bene gli altri. Sognavo di essere luminosa come Papa Giovanni Paolo II e di cantare canzoni come ‘Heal the world’di Michael Jackson, che incita ognuno di noi a rendere il mondo un posto migliore per tutta la razza umana.
Quando mi dicevano che non ce l’avrei fatta io non rispondevo nulla, mi chiudevo in camera a pensare più forte, ad architettare la mia luce, e alla fine sono riuscita a brillare per davvero. E quando canto è sempre per la pace e per diffondere amore: mi piace che le persone si sentano accettate con la mia musica” – ha confessato la cantante ricordando il suo passato prima di diventare Arisa.
È poi arrivato il passaggio centrale, del suo monologo decantato sul palco fiammeggiante de Le Iene: “Essere buoni non è un precetto religioso o una roba da sfigati, ma una scelta consapevole. E la consapevolezza è la cosa più sexy che ci sia. Quando qualcuno mi fa del male, anche se una lacrima mi resta dentro, mi rifiuto di credere che sia fatto apposta, per vocazione. Per questo allontano, ma non odio mai, mi chiedo sempre il perché prendendomi anche metà della colpa. Tutti noi, nel bene e nel male, siamo la conseguenza di qualcosa o di qualcuno, è la comprensione che fa la differenza“.
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Facendo autocritica in modo spiazzante la maestra di Amici ha aggiunto: “Io no, non sono certo una santa, ma conosco la sostanza del mio cuore, e sono certa di essere riuscita a diventare quello che volevo essere da bambina: una persona buona. Cercare sempre di agire per il bene, essendo orgogliosi di sé stessi, potrebbe essere la chiave per la felicità.
Non c’è un gene che ammala di depressione se non la coscienza di non fare tutto quello che è in nostro potere per vivere la vita migliore a cui possiamo aspirare. È un lavoro lungo, ma si fa. Se ci sono riuscita io puoi farlo anche tu. Siate buoni e felici”. Un monologo commovente che ha lasciato poi posto ad un’interpretazione sublime del brano Heal the world.
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