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Che tempo che fa, l’ultima puntata di Fazio. Michele Serra attacca: “Di che partito era Topo Gigio”

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Fabio Fazio ha dedicato l’ultima puntata di Che tempo che fa in onda su Rai3 ai ringraziamenti ed ai saluti, aprendo e chiudendo con parole di encomio, senza mai velatamente accennare a qualche polemica. “Grazie a tutti di cuore, diventa difficile così arrivare alla fine di una lunga serata” – così ha esordito il conduttore aprendo la puntata del 28 maggio mentre il pubblico in studio gli tributava applausi fragorosi. Tra commozione ed imbarazzo il conduttore ligure pronto ad intraprendere una nuova avventura sul piccolo schermo su Canale Nove non ha gettato fango sull’azienda per la quale ha lavorato per 40 anni.

Le frecciatine durante il talk sono state scagliate da Michele Serra ad inizio puntata e poi da Luciana Littizzetto nella sua lettera d’addio alla Rai. Il giornalista ed autore televisivo ha snodato una sorta di editoriale facendo riferimento al legame stretto tra politica-Rai, e con pungente ironia ha iniziato a fare delle domande allusive: “Topo Gigio, il Quartetto Cetra, Tognazzi e Vianello erano uno di sinistra e uno di destra? E per avvicinarsi ai giorni nostri di che partito sono Amadeus, Fiorello, Mara Venier, Vespa lo ha messo Cavour quindi è della destra storica?”.

Addio di Fabio Fazio, il discorso di Michele Serra a Che tempo che fa

Nel dare poi la sua personale risposta il giornalista ha precisato: “È un discorso cretino, perché è difficile spiegare con la politica una storia che solo in parte lo è. Il lavoro delle persone per fortuna è più forte, nessuno si è mai chiesto in passato se Topo Gigio fosse di destra o di sinistra ma ora invece tutti si chiederebbero a che partito apparterrebbe”.

addio alla Rai Fabio Fazio Michele Serra

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Michele Serra nel suo intervento a Che tempo che fa ha spiegato che si tende a parlare di simpatie politiche seguendo la tendenza a collocare tutti in delle caselle, insinuando così favoritismi, e contro quest’inclinazione il giornalista ha asserito: “In Rai sono molte di più le persone che fanno da sole. Se fossi un intellettuale di destra sarei preoccupato, direbbero che sono salito sul carro del vincitore, che non arrivo perché sono bravo ma per la mia appartenenza politica. È giunto il tempo di una riflessione: la Rai è dello Stato non dei partiti, l’atmosfera rimarrà tossica ora ed è grave perché ci lavora anche tanta gente per bene”.

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