Gabriele Paolini, diventato popolare per il suo ruolo di disturbatore televisivo per via delle sue irruzioni davanti alle telecamere dei giornalisti, è stato condannato a 8 anni di carcere per un cumulo pena per reati relativi ad episodi del passato. Secondo quanto reso noto dai media “gli agenti del primo dirigente Eugenio Ferraro del distretto di polizia di San Basilio hanno notificato un ordine di esecuzione pena da scontare in un penitenziario”.
Gabriele Paolini è stato condannato a 8 anni di carcere per i reati contro la libertà sessuale, per dei fatti accaduti nel 2013 quando il disturbatore televisivo era stato accusato di aver avuto rapporti intimi con minori in cambio di denaro e regali. Paolini era stato condannato con le accuse di: induzione alla prostituzione minorile, produzione di materiale pedopornografico, tentata violenza sessuale. Secondo le indagini condotte dalla Procura, Gabriele Paolini avrebbe abusato di quattro ragazzi italiani ed uno rumeno, adescati su internet.
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Da quanto emerso dalle indagini, l’uomo avrebbe non solo insistito per convincerli ad incontrarlo, ma li avrebbe anche ripresi in alcuni filmati nel corso dei loro incontri in un garage. Per finalizzare la sua opera di convincimento nei confronti delle giovani vittime, Paolini li avrebbe pagati convincendoli anche a filmare i loro incontri.
Dopo le indagini nel novembre del 2013, Gabriele Paolini è stato recluso nel carcere di Regina Coeli, in seguito la Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Roma condannandolo a 5 anni. In base a quanto disposto dalla sentenza emessa contro Paolini, la sua condanna è da ascrivere al persistente tentativo di persuasione: “Pur a fronte delle palesi resistenze oppostegli, con modalità espressive di reiterata e collaudata tecnica di induzione“.
Secondo l’accusa Gabriele Paolini avrebbe adescato le sue vittime in rete attraverso conversazioni in chat, riuscendo a plagiare i minori, ha avuto modo di convincerli ad avere dei rapporti intimi a pagamento e di riprenderli in video. Il legale di Paolini, Lorenzo La Marca ha rilasciato ai microfoni di Adnkronos la seguente dichiarazione: “Come difesa dico che è un’occasione perduta da parte dell’ordinamento giuridico italiano in cui vi è una discriminazione in base all’orientamento sessuale”.
In una recente intervista, l’esperto delle incursioni televisive si era sfogato rivelando con amarezza: “Sono molto giù. Non so se mia madre riuscirà a reggere questa botta. Probabilmente pago anche per l’essere stato sempre un rompi***lione. Su questo non sono difendibile, per 25 anni ho destabilizzato il mondo della tv e sicuro pago per questo”.
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