Dopo il clamoroso caso mediato delle molestie in diretta tv nei confronti di Greta Beccaglia, gli sviluppi della vicenda aggravano la posizione del tifoso che ha palpeggiato la giornalista: è stato chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di violenza sessuale. Andrea Serrani che lo scorso mese di novembre ha palpeggiato davanti alle telecamere la Beccaglia potrebbe finire davanti al giudice, visto che la Procura ha chiesto che venga giudicata la sua colpevolezza da un tribunale, e rischia la reclusione da 6 a 12 anni.
Dopo il calderone mediatico che mesi fa ha coinvolto la giornalista fiorentina, che in diretta tv ha subito molestie da parte di un tifoso 45enne mentre si trovava fuori dallo stadio Castellani, in seguito al match Empoli-Fiorentina, il caso è tornato a riaccendere i riflettori su di sé, per via dei recenti sviluppi giudiziari. La posizione del ristoratore marchigiano risulta al momento alquanto seria, malgrado si sia difeso più volte dopo l’episodio increscioso. La sua pacca davanti alle telecamere ha trovato la reazione stizzita della giornalista che dopo il gesto poco galante è scattata fulminandolo: “Non puoi fare questo, mi dispiace”.
La reazione dei colleghi della giornalista, che le hanno consigliato di non prendersela non è piaciuta al pubblico televisivo, e così il caso è diventato una vicenda mediatica che ha portato anche la Digos ad intervenire e si è rintracciato Serrani, chiamato subito a difendersi e scusarsi pubblicamente anche perché Greta Beccaglia lo ha denunciato. Alla difesa di lui che ha parlato di “goliardata” ha sin dalle prime battute replicato la giornalista toscana ammonendolo pubblicamente parlando di molestia.
Per ripulire la sua immagine, all’epoca il ristoratore ha fatto mea culpa: “Non merito la gogna mediatica che si è scatenata contro di me, non ho mai fatto male a nessuno e vivo la mia vita lavorando. Per me, in quel momento, era solo un gesto goliardico e invece si è scatenato il putiferio. Porgo le mie scuse a Greta Beccaglia, sono pronto a farlo pubblicamente, anche in diretta TV se serve. Non volevo offenderla o mancarle di rispetto. Nel mio locale lavorano diverse donne e possono testimoniare che ho profondo rispetto per loro, non ho mai dato fastidio a nessuno […]”.
I recenti risvolti della vicenda documentano che la Procura ha letto nel gesto di Andrea Serrani un atto equiparabile ad una violenza sessuale, ecco le ragioni del rinvio a giudizio. Secondo la legge italiana non è previsto il reato di molestie sessuali, ma quello di molestia o disturbo alle persone. Nel caso in questione in quanto si è verificato un palpeggiamento si può fare appello al reato di violenza sessuale, disciplinato dall’articolo 609 bis del Codice Penale, un reato che prevede come pena una reclusione da 6 a 12 anni.
This post was last modified on 9 Luglio 2022 9:41
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