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Un 53enne uccide il vicino sulla ruspa e viene scarcerato dal giudice: “Legittima difesa”, la clamorosa motivazione del suo rilascio

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Uccide il vicino sulla ruspa ma dopo la decisione del giudice viene scarcerato, questo il caso giudiziario che ha coinvolto Sandro Mugnai, il 53enne che lo scorso 5 gennaio ad Arezzo ha ucciso il vicino sparandogli, dopo che aveva preso d’assalto la sua abitazione con una ruspa. Il giudice Giulia Soldini a sorpresa ha deciso di scarcerarlo, ritenendolo non soggetto a delle esigenze cautelari, respingendo in questo modo la richiesta del pubblico ministero che aveva richiesto invece i domiciliari.

Il fabbro 53enne è tornato così a piede libero dopo i gravi fatti andati in scena lo scorso 5 gennaio, quando ha esploso cinque colpi di carabina che hanno tolto la vita a Gezim Dodoli. Dopo la notizia della scarcerazione del padre, Mattia Mugnai ha dichiarato: “Quelli che abbiamo vissuto sono stati momenti di grande agonia. Adesso aspetto il babbo, lo riporto a casa e cercheremo di stare tranquilli insieme. Purtroppo so che ancora non è finita questa storia ma la scarcerazione è quello che ci aspettavamo tutti. La mia famiglia è ancora sotto shock per quanto accaduto e lo stato d’animo, come potete comprendere, non è affatto tranquillo”.

Parlando della vittima, il figlio del fabbro ha detto: “Conoscevo Gezim, avevamo rapporti di cordiale conoscenza. Non c’erano tensioni irrecuperabili come è stato detto in questi giorni. Noi non abitiamo più a casa nostra perché la struttura è stata resa inagibile ma, per fortuna, possiamo contare sul supporto di parenti e amici che ci hanno accolto. E non so neanche se riusciremo mai più a rientrare a casa viste le condizioni in cui si trova”.

Uccide il vicino sulla ruspa: la clamorosa decisione del giudice

Prima di uscire dal carcere l’accusato ha fornito la sua testimonianza ricostruendo quanto avvenuto in quegli attimi drammatici, e così ha ripercorso nel dettaglio davanti al giudice Giulia Soldini ed alla pm Laura Taddei quanto accaduto lo scorso 5 gennaio. Mugnai al cospetto dei suoi difensori, Marzia Lelli e Piero Melani Graverini, ha raccontato che si trovava a cena con uno dei figli, la moglie, la famiglia del fratello e sua madre quando ha udito dei rumori fuori casa e così si è affacciato alla finestra scoprendo che la vittima stava cercando di sfondare la porta di casa con la ruspa.

Uccide il vicino sulla ruspa

Il 53enne, che uccide il vicino, ha cercato di convincere l’uomo a fermarsi ma poi temendo per l’incolumità di tutta la sua famiglia ha deciso di impugnare la carabina da caccia, regolarmente detenuta sparando più colpi, e quattro di essi hanno colpito a morte Dodoli. L’uomo secondo il giudice ha reagito ad una situazione eccezionale ed imprevedibile mosso dalla sensazione di un pericolo, inoltre si è appurato che tra le due parti da tempo sussistevano contrasti relativi a cattivi odori e tubature.

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